Consiglio Pastorale Diocesano

 

Rappresentanti:

  • Ufficio Diocesano Pastorale Familiare:   Angelo Freda e Genoveffa Nicastro, Vincenzo Lomonaco e Emma Palmieri, Marcello Orio e Roberta Benedetto
  • Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali:   Riccardo Rampolla
  • Comunità Diaconale:   Francesco Giglio, Salvatore Monetti
  • CDAL:   Anna Alfani, Elena De Rosa, Sebastiano Orlando, Rocco Pacileo
  • Università:   Alfonso Grassi, Guido Migliaccio
  • Caritas:   Carmela Mollo
  • Scuola:   Renzo Stio
  • Giornalisti:   Aniello Landi
  • Ordine Forense:   Laura Landi
  • Ordine dei Medici:   Lucia Russo
  • Volontariato:   Nello Baselice

STATUTO

PREMESSA STORICA

Il primo C.P.D. fu costituito dall’Arcivescovo mons. Demetrio Moscato con statuto approvato il dì 8 settembre 1966.
Il secondo fu costituito dall’Arcivescovo mons. Gaetano Pollio con un nuovo statuto approvato il 25 marzo 1972.
In data 28 ottobre 1989 fu pubblicato il terzo statuto approvato dall’Arcivescovo mons. Guerino Grimaldi.
In considerazione di quanto sopra, per rispondere meglio alle esigenze pastorali dei nostri tempi, si procede a un nuovo statuto del C.P.D.

Art. 1 – Il Consiglio Pastorale Diocesano è l’organismo ecclesiale formato da sacerdoti, religiosi, diaconi e fedeli laici per una collaborazione più immediata con l’apostolato del Vescovo.

Art. 2 – Esso ha i seguenti scopi:
a) osserva e studia i problemi pastorali di tutta la Diocesi;
b) ne discute nel suo seno, fa conoscere il proprio orientamento ed approda a proposte concrete da presentare all’Arcivescovo per la formulazione di un’organica programmazione ed efficace attivazione di un piano pastorale diocesano annuale o pluriennale;
c) segue, coordina ed anima l’attuazione dei contenuti del piano pastorale in ciascuna zona della Diocesi, con l’impegno prioritario dei suoi membri, che sono sul territorio.

Art. 3 – Il C.P.D., in linea ordinaria, ha funzione consultiva.

Art. 4 – Il C.P.D. è composto da 46 membri; essi sono:
Il Vicario Generale, i 4 Vicari Episcopali, il delegato arcivescovile per la zona dell’ex Diocesi di Campagna, 14 laici (uno per ogni vicariato foraneo), 6 sacerdoti (uno per ogni zona pastorale), un diacono permanente, un religioso e una religiosa designati dai rispettivi organismi federativi diocesani convocati dal Vicario episcopale per la vita consacrata, il delegato della comunità diaconale, il Rettore del Seminario, il Segretario della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali, il Direttore dell’Ufficio Catechistico, dell’Ufficio Missionario e della Commissione liturgica, il rappresentante delle Confraternite, delle Scuole Cattoliche, della pastorale familiare, del lavoro, di quella scolastica, giovanile, sanitaria, il Direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose, il Presidente Diocesano di A.C., un responsabile delle Comunicazioni Sociali e della Caritas. L’Arcivescovo, tenuto conto dell’opportunità che le principali professioni e categorie sociali siano presenti nel C.P.D. può nominare, come membri, altre persone oltre il numero fissato nello statuto.

Art. 5 – Per la composizione del C.P.D. ogni vicario foraneo sceglierà, d’intesa con i parroci della forania, un laico spiritualmente e pastoralmente valido, dopo aver ascoltato i responsabili delle associazioni e dei movimenti delle parrocchie. Anche i sacerdoti di ciascuna zona pastorale, sotto la guida del vicario foraneo più anziano, sceglieranno il loro rappresentante in seno al C.P.D.

Art. 6 – L’Ufficio di Presidenza del C.P.D. è composto oltre che dall’Arcivescovo, da un direttore nominato da lui, da due membri eletti dal Consiglio, da un segretario e da un economo scelti dal Direttore. Questo organismo coordinerà tutto il lavoro interno ed esterno, curerà anche i contatti con i Consigli Pastorali Parrocchiali già costituiti, ne solleciterà – d’intesa coi rispettivi parroci – la costituzione specialmente nelle parrocchie più grandi.

Art. 7 – Il C.P.D. si riunisce su convocazione dell’Arcivescovo, che, d’intesa con l’Ufficio di coordinamento, stabilirà un ordine del giorno. Le riunioni, in linea ordinaria, sono trimestrali; straordinariamente, quando ne ravvisa la necessità, l’Arcivescovo può convocare l’assemblea.

Art. 8 – Nelle sedute ogni argomento avrà un relatore, che – dopo aver approfondito la questione – la presenterà ai componenti del Consiglio e proporrà le soluzioni. L’ordine del giorno sarà inviato, possibilmente, 15 giorni prima della riunione ai singoli membri del C.P.D.

Art. 9 – In ogni seduta, dopo la lettura della Parola di Dio, sarà letto il verbale della seduta precedente e il Direttore informerà del lavoro svolto, prima che inizi la discussione del nuovo ordine del giorno.

Art. 10 – Le linee operative discusse e approvate dall’Arcivescovo vengono prese a maggioranza dei presenti e saranno portate opportunamente a conoscenza della comunità diocesana.

Art. 11 – Il C.P.D. dura in carica cinque anni.
Salerno, 5 dicembre 1994

REGOLAMENTO

Art. 1 – Nella prima seduta i membri scelti per il C.P.D., consapevoli della responsabilità che assumono nella Chiesa, fanno insieme la loro professione di fede e la promessa d’impegno pastorale davanti all’Arcivescovo.

Art. 2 – Il C.P.D. può avvalersi della collaborazione di esperti nei diversi campi della pastorale, catechistica, statistica, informatica e di altre discipline utili alla migliore programmazione e attuazione del piano pastorale.

Art. 3 – Possono costituirsi particolari Commissioni per lo studio di un determinato problema, ravvisandosene la necessità o l’utilità ai fini pastorali. Le proposte di queste Commissioni devono essere però esaminate e approvate dal C.P.D.

Art. 4 – Le sedute del C.P.D. sono ordinarie e straordinarie. Quelle straordinarie possono essere richieste all’Arcivescovo almeno da un terzo dei membri, che può chiedere anche l’inserimento di un determinato argomento nell’ordine del giorno delle sedute ordinarie.

Art. 5 – Il C.P.D. organizza, d’intesa e in collaborazione con la Commissione o Organismo diocesano del settore, il Convegno pastorale annuale. Dopo tale Convegno pastorale, si riuniscono in seduta comune il Consiglio Presbiterale e quello Pastorale per riflessioni e decisioni unitarie per il piano pastorale diocesano annuale.

Art. 6 – All’inizio dell’anno sociale tutti i responsabili dei settori comunicheranno però alla Segreteria del C.P.D. le iniziative, che intendono attuare, per un coordinato ed efficace lavoro pastorale e per evitare doppioni, sovrapposizioni e dispersioni.

Art. 7 – La segreteria ha la sua sede al centro Diocesi, aperta e funzionante per ogni richiesta degli operatori pastorali, si riunisce con frequenza e cura i rapporti con gli uffici della Curia, con i Direttori delle Commissioni e i responsabili delle associazioni diocesane.

Art. 8 – Le riunioni del C.P.D. possono tenersi anche in una determinata zona pastorale della Diocesi. La Segreteria con i membri di quella zona pastorale ne organizza lo svolgimento.

Art. 9 – Per la validità delle sedute si richiede, in prima convocazione, la maggioranza dei membri; per la seconda convocazione, è sufficiente il numero dei presenti.

Art. 10 – Tre successive assenze ingiustificate di un componente ne determinano la sostituzione, così anche se un membro si dimette, si trasferisce o viene a mancare.

Art. 11 – Il C.P.D. promuove direttamente o con la collaborazione di altri Enti Diocesani una scuola per preparare gli operatori pastorali.
Salerno, 7 gennaio 1995