Mercoledì 4 aprile alle ore 19.30 si tiene il terzo appuntamento del ciclo di conferenze ”Alle radici della nostra storia di Salerno” ideato da Don Michele Pecoraro che si tiene nella Sala San Tommaso della Cattedrale ed è dedicato al porto di Salerno e alle sue origini, relaziona l’avvocato marittimista Alfonso Mignone.


Come tante altre città rivierasche, Salerno ha avvertito da sempre l’esigenza di un approdo marino stabile ed efficiente che conciliasse le necessità dei flussi mercantili e gli interessi dell’economia locale. Tuttavia, per molto tempo il processo di sviluppo dello scalo è stato frenato dalla vicinanza di Amalfi, che, come è noto, vantava una tradizione di traffici marittimi e di cui i salernitani si servirono per le operazioni navali fino alla seconda metà del IX secolo.
Realizzare il porto non è stata impresa agevole in quanto fattore limitazionale allo sviluppo dell’infrastruttura fu il ciclico fenomeno dell’insabbiamento, dovuto alle caratteristiche geomorfologiche del litorale salernitano, che rendeva impraticabili i fondali interni al lungo molo.
Salerno diventò non solo capitale di un potente Principato ma anche e, soprattutto, all’apice della sua ascesa politica con i Longobardi prima e con i Normanni poi, porto di rilevanza internazionale del Mediterraneo entrando nel circuito dei traffici marittimi del “Mare Nostrum”.
Ad imperitura memoria di questa gloriosa storia marinara nel Duomo di Salerno – Abside delle Crociate – è custodita, sin dal 1565, la lapide fondativa del porto fatto costruire da Manfredi di Svevia su intuizione dell’illustre cittadino salernitano Giovanni da Procida nel 1260.