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25 Giu
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Regolamento e domanda per aspiranti incarichi e supplenze 2018-19

Sulla pagina dell’Ufficio Servizio Insegnamento Religione Cattolica è disponibile la documentazione necessaria alla “Domanda di inclusione negli elenchi graduati degli Aspiranti alle supplenze per l’insegnamento della Religione Cattolica nelle Scuole Statali per il biennio scolastico 2018/20“.

La domanda deve essere presenta presso la Segreteria dell’Ufficio personalmente a mano entro il 6 luglio 2018 nei giorni di apertura (lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.30 alle ore 12.30).

Per ulteriori informazioni consultare la disciplina oppure contattare l’Ufficio Servizio Insegnamento Religione Cattolica

tel: 089 221204
cell: 347 9972693 (don Leandro D’Incecco)
email: irc@diocesisalerno.it

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24 Giu
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Riforma della Privacy: in vigore il nuovo decreto Generale della CEI

Il 25 maggio 2018 è stato pubblicato il nuovo Decreto Generale della CEI sulla Riservatezza approvato dall’Assemblea dei Vescovi Italiani. 
Nei prossimi giorni saranno date le prime indicazioni operative alle parrocchie e agli enti ecclesiastici soggetti al Vescovo di Salerno-Campagna-Acerno.
Al fine di assicurare le necessarie informazioni agli enti ecclesiastici soggetti alla vigilanza dell’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, gi Uffici di Curia competenti nei prossimi giorni forniranno le prime indicazioni operative. La questione “Privacy” è disciplinata dal nuovo Regolamento CE 679/16 (in vigore dal giorno 25 maggio 2018) e, per gli enti ecclesiastici (e, comunque, per tutte le persone giuridiche canoniche), anche dalla normativa canonica. Per quanto riguarda quest’ultima, in data odierna è stato pubblicato il nuovo Decreto Generale della CEI “Disposizioni per la tutela del diritto alla buona fama e alla riservatezza”, approvato dall’Assemblea Generale CEI (21-24 maggio 2018), che ha avuto la dovuta “recognitio” della Santa Sede in data 23 maggio 2018.
Attraverso tali indicazioni e i modelli di “informativa” e di “raccolta consenso” i parroci e gli amministratori degli altri enti ecclesiastici potranno essere aiutati ad osservare con sicurezza sia la normativa canonica che quella comunitaria.
Tutti i documenti di volta in volta elaborati saranno reperibili sul sito diocesano nella sezione MODULISTICA.

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18 Giu
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20-21 giugno Convegno Pastorale Diocesano 2018

 

Mercoledì 20 e giovedì 21 giugno si tiene il Convegno Pastorale Diocesano che quest’anno viene vissuto in due momenti: uno foraniale mercoledì 20 giugno dove si rifletterà sul cammino pastorale delle parrocchie alla luce delle tre azioni pastorali di accogliere accompagnare e guarire, con le seguenti modalità: 

  • Accoglienza
  • Lectio divina su Mc 1, 29-31
  • Relazione del Vicario Foraneo
  • Laboratori ( Accogliere – Generare | Accompagnare – Valorizzare | Guarire – Prendersi cura)
  • Preghiera nei laboratori

 

Il secondo momento giovedì 21 giugno dalle ore 17.30 il Convegno Pastorale Diocesano si tiene presso l’Aula Magna del  Campus Unisa
di seguito il programma: 

  • ore 17.30: Accoglienza
  • ore 18.00: Saluti del Vicario generale, don Biagio Napoletano e Prof. Aurelio Tommasetti, Magnifico Rettore UNISA
  • ore 18.30: Vespri
  • ore 18.45: Interventi:
    don Roberto Piemonte, direttore Consiglio Pastorale Diocesano
    Don Renzo Bonetti, presidente fondazione “Famiglia Dono Grande”
    Conclusioni: S.E. Mons. Luigi Moretti, Arcivescovo metropolita di Salerno-Campagna-Acerno

Come arrivare alla sede del Convegno Pastorale del 21 giugno

Scarica la piantina in versione pdf

 

 

In Auto

    • Da Sud, da Salerno: Autostrada A3 (Reggio Calabria-Salerno-Napoli); prima di Salerno prendere la diramazione per le Autostrade A1 e A16 e, proseguendo in direzione Avellino, uscire allo svincolo Università, alla rotonda, svoltare a sinistra, e lasciare l’auto al parcheggio Multipiano – situato sulla destra – per poi raggiungere a piedi – cinque minuti circa – l’Aula Magna Vincenzo Buonocore.
    • Da Napoli: Autostrada A3 (Napoli-Salerno-Reggio Calabria); proseguire verso Sud ed immettersi sul raccordo autostradale Salerno-Avellino; proseguire in direzione Avellino ed uscire allo svincolo Università, alla rotonda svoltare a destra e proseguire a destra. Lasciare l’auto al parcheggio Multipiano – situato sulla destra – per poi raggiungere a piedi – cinque minuti circa – l’Aula Magna Vincenzo Buonocore.
    • Da Napoli: Autostrada A16 (Napoli-Bari); dalla barriera Napoli Est immettersi sulla A30 (Caserta-Salerno), direzione Salerno, e proseguire fino allo svincolo per Avellino. Poco dopo l’immissione sul raccordo autostradale Salerno-Avellino, uscire a Fisciano-Mercato San Severino; alla fine dello svincolo proseguire verso destra. Lasciare l’auto al parcheggio Multipiano – situato sulla destra – per poi raggiungere a piedi – cinque minuti circa – l’Aula Magna Vincenzo Buonocore
    • Da Est (Bari): Autostrada A16 (Bari-Napoli); uscire al casello Avellino Est ed immettersi sul raccordo autostradale Avellino-Salerno; uscire a Fisciano-Mercato San Severino; alla fine dello svincolo proseguire verso destra. Lasciare l’auto al parcheggio Multipiano – situato sulla destra – per poi raggiungere a piedi – cinque minuti circa – l’Aula Magna Vincenzo Buonocore

Con mezzi pubblici

  • In treno: Stazione Salerno Centrale, poi (dalla piazza) autobus per Fisciano Università
  • In autobusAutolinee per Fisciano Università
    da Salerno (stazionamento in Piazza Vittorio Veneto-Stazione Centrale)
    da Napoli (stazionamento in Piazza Garibaldi-Stazione Centrale)

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17 Giu
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L’Instrumentum Laboris in vista del Convegno Pastorale Diocesano

L’instrumentum laboris ha una lunga introduzione che intende lanciare la focalizzazione programmatica di quest’anno – in linea di continuità con il Triennio “Una chiesa “ospedale da campo” accogliere accompagnare e guarire” – cioè il tema della relazione: l’urgenza di costruire nella famiglia, nella chiesa e nella società il “Noi” che nasce dalla relazione con Cristo e i fratelli.
La seconda parte del contributo presenta un percorso con domande secondo i tre verbi accogliere accompagnare e guarire che sono rimodulati secondo il lessico della famiglia: in questa parte si possono organizzare dei gruppi di lavoro che possono approfondire i temi e suscitare nelle nostre comunità una piattaforma su cui impiantare il prossimo programma pastorale. Ovviamente è necessario un passaggio a livello foraniale per coagulare i contributi e preparare così la giornata del convegno dedicata anche quest’anno alla forania.
Le date per organizzare il vostro lavoro sono le seguenti:
20 maggio conclusione lavori di gruppo nelle parrocchie
31 maggio consegna al direttore del consiglio pastorale diocesano delle relazioni foraniali attraverso le quali si elaboreranno i contenuti dei laboratori per il convegno nella forania.
Nel corso dei vari momenti di formazione e di riunione dei vari organismi diocesani non mancheranno momenti di informazione su questo strumento di lavoro.

Nota per i vicari foranei 

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04 Giu
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Inaugurazione della Parrocchia S. Vincenzo de’ Paoli

Giovedì 5 luglio alle ore 19.00, presso il complesso parrocchiale San Vincenzo de’ Paoli di Salerno, S.E. Mons. Luigi Moretti presiede la celebrazione della dedicazione del nuovo altare e la benedizione della chiesa dopo il restauro.

Il lavori sono stati eseguiti con il contributo dell’8X1000 della Chiesa Cattolica e completati dalla nostra Arcidiocesi.  

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02 Giu
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Giornata di preghiera sulla situazione del Medio Oriente

Sabato 7 luglio 2018 ricorre la Giornata di preghiera e riflessione sulla situazione del Medio Oriente voluta da Papa Francesco che pregherà a Bari insieme con i Patriarchi e i Capi delle Chiese Orientali Cattoliche ed Ortodosse. Il Santo Padre ha anche chiesto di accompagnare con la preghiera la preparazione e lo svolgimento di tale significativo evento ecclesiale.

L’Arcivescovo S.E. Mons. Luigi Moretti esorta tutte le comunità a celebrare questa veglia di preghiera, per il dono di un tale evento ecclesiale, dal respiro universale e con una valenza storica ancor più eccezionale, al fine di ottenere le grazie sperate.

Di seguito è possibile scaricare il testo della Veglia di preghiera predisposta dalla Cei in preparazione all’incontro ecumenico.

 

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01 Giu
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Domenica del Mare 2018

L’8 luglio ricorre “La Domenica del Mare” che è la giornata mondiale del lavoro dei marittimi e viene celebrata da oltre 160 anni. Mons. Claudio Raimondo, Cappellano del Porto di Salerno e Assistente Pastorale dell’Associazione “Stella Maris” in Salerno invita a prendere visione del Messaggio per la Domenica del Mare 2018 pubblicato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. 

Messaggio per la Domenica del Mare 2018.docx

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30 Mag
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Settimana di aggiornamento pastorale del COP

La 68° Settimana Nazionale di aggiornamento pastorale si tiene ad Assisi dal 25 al 28 giugno, il tema che caratterizzerà i lavori di questo appuntamento sarà Giovani per una “Chiesa in uscita”.

Organizzato dal Centro di Orientamento Pastorale l’evento è pensato per gli operatori pastorali (vescovi, presbiteri, diaconi, religiosi o religiose, seminaristi, laici) e intende focalizzarsi sul rapporto tra Chiesa e giovani: inquadrandosi, così, nel cammino della Chiesa cattolica italiana verso la XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi.

Per prendere visione del programma

e delle note tecniche scarica il materiale relativo all’iniziativa.pdf

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28 Mag
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Sospensione prove accertamento regionale abilità pedagogica

L’Ufficio Scuola diocesano comunica che le prove di accertamento dell’abilità pedagogica sono sospese. Gli aspiranti IdR che hanno presentato domanda di partecipazione alle prove saranno contatti dall’Ufficio Scuola.

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27 Mag
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Cattedrale di Campagna

 

A cura di P. Michele Curto  (C.S.S.),
docente di Storia della Chiesa presso l’ITS

L’antica e nobile città di Campagna è immersa in un suggestivo ed incantevole paesaggio naturale sul versante meridionale dei monti Picentini, a 44 km da Salerno. La città si presenta aggrappata al monte Polveracchio e protetta da un’ampia valle, verso la quale confluiscono il Tenza e l’Alatri che, soprattutto nel passato, furono i motori dell’economia locale, alimentando i numerosi mulini ad acqua presenti nel territorio ed irrigando i fertili campi circostanti.

Il nome della città deriverebbe da finibus Campanie (ai confini della Campania), un’espressione latina, utilizzata nei documenti antichi, per indicare i terrirori intorno al fiume Sele che, allora, segnava il confine tra la Campania (la parte orientale) e la Lucania.

Per la prima volta il nome Campagna compare in un documento del 1056, dove si parla di un castellum Campaniae e in un altro documento del 1063, che riporta la dicitura finibus Campanile.

Anche Pietro da Eboli, poeta vissuto tra il XII e il XIII secolo, nel suo De rebus Siculis carmen ad honorem Augusti, menziona la città con la denominazione di Campaniae castrum. Ai vv. 406-407 l’autore ebolitano descrive, con un malcelato disprezzo, la vicina Campagna, facendo risaltare i conflitti campanilistici, già allora in atto, con queste parole: «Est prope Campaniae castrum, specus immo latronum,/ Quod gravat Eboleam saepe latenter humum» (Non lontano [da Eboli] si trova il castello di Campagna, ovvero un covo di ladroni/che spesso, di nascosto, molesta la terra ebolitana).

 

Il periodo aureo 

Anche se di origine molto più antica, gli storici concordano nell’affermare che la città di Campagna si sia sviluppata dopo la costruzione del castello Geirone, sul colle Girolo. Il Castrum fu edificato con uno scopo difensivo e di controllo del territorio circostante e fu uno dei punti privilegiati di osservazione per buona parte della Piana del Sele. È documentato per la prima volta in epoca normanna. Successivamente, assunse un ruolo così importante che Federico II volle inserirlo tra i castra exempta del regno, alla diretta dipendenza dell’imperatore. Fu intorno al castrum che si sviluppò il sottostante centro abitato con i vari casali sparsi sul territorio. 

Ma la città raggiunse il massimo splendore solo nel XVI secolo, quando si sviluppò un fervido cantiere edilizio, che diede vita ad un nuovo assetto urbanistico con la costruzione di nuovi edifici civili e religiosi. In quest’epoca Campagna si arricchì di nuove chiese, cappelle e palazzi nobiliari e si trasformò da un semplice borgo in un’importante e apprezzabile cittadina che l’imperatore Carlo V, nel 1532, elevò a rango di marchesato con il privilegio di una discreta autonomia amministrativa e giurisdizionale.

Questo splendido sviluppo fu il risultato della intelligente e sapiente amministrazione del territorio, operata dalle diverse casate nobiliari, che si avvicendarono alla guida del feudo: i Del Balzo, i Sanseverino e, nel XV secolo, gli Orsini di Gravina, che vi restarono per circa un secolo, dal 1431 al 1530. Nel 1532, poi, il feudo passò ai conti di Monaco.

 

Una nuova diocesi 

In quest’epoca di sviluppo e di splendore urbanistico e territoriale, il feudo si fregiò anche di un’importanza religiosa con l’istituzione della diocesi. A ciò contribuì in modo determinante l’illustre cittadino campagnese Melchiorre Guerriero (1468-1525), che riuscì ad ottenere per la sua città vantaggi e privilegi, grazie alla sua posizione di prestigio nella Curia Romana. Dopo aver compiuto gli studi presso l’Università di Napoli, con l’aiuto del duca campagnese Ferdinando Orsini, nel 1513, era riuscito ad entrare nella cancelleria pontificia con l’incarico di maestro dei brevi pontifici, carica che mantenne fino al 1525.

Il Guerriero ottenne da Leone X, nel 1514, l’elevazione della chiesa madre della città, allora denominata S. Maria della Giudeca, in Collegiata, un titolo onorifico che conferiva a quella chiesa una particolare importanza con l’istituzione di un Capitolo Collegiale, composto da un certo numero di sacerdoti, detti canonici, con lo scopo di rendere più solenne il culto divino. Successivamente la Collegiata fu completamente trasformata e prese il nome di S. Maria della Pace. Al Capitolo della cattedrale, sempre nello stesso anno, Leone X affidò il diritto di patronato sui beni della parrocchia di S. Lucia di Salitto, nel comune di Olevano sul Tusciano, con l’obbligo di mantenere un vicario curato perpetuo nominato dal Capitolo stesso e confermato dall’arcivescovo di Salerno. Il possesso continuò anche con l’istituzione della diocesi e fu confermato anche da Clemente VII. Un diritto che il Capitolo tenne fino al 1943, quando venne definitivamente abrogato, dopo una lunga controversia giuridica, che restituì all’arcivescovo di Salerno il diritto di libera collazione, cioè la libera nomina del parroco di S. Lucia di Salitto.

Due anni dopo dall’elevazione della chiesa madre in Collegiata, nel 1518, sempre Leone X elevò Campagna a rango di città, fregiandola del titolo di Civitas Campaniensis.

Questi privilegi prepararono in qualche modo l’istituzione della diocesi che, su richiesta dell’Imperatore Carlo V, fu concessa da papa Clemente VII, il 19 giugno 1525, con la bolla che inizia con le parole Pro excellenti praeeminentia. Nacque, così, la diocesi Campaniensis e la chiesa di S. Maria della pace fu dichiarata cattedrale.

 

L’unione con Satriano 

La diocesi di Campagna fu unita all’antica diocesi di Satriano con la formula giuridica aeque principaliter (ugualmente importanti). E il vescovo di Satriano, Cherubino Caietano dell’ordine dei Predicatori, eletto nel 1521, divenne, ipso facto, nel 1525, il primo vescovo di Campagna

L’unione delle due diocesi non riguardò le metropolie, cioè la provincia ecclesiastica di appartenenza, che rimasero distinte: così la diocesi di Satriano continuò ad essere suffraganea di Conza, mentre Campagna divenne suffraganea di Salerno. Il territorio della diocesi all’origine era limitato alla città e al suo territorio di pertinenza.

 

Una diocesi senza sede

La diocesi Satrianensis (1098) in origine aveva la sua sede su un colle, in provincia di Potenza, al confine tra Satriano e Tito, che oggi è denominato Torre di Satriano. La diocesi era piccola e la sua giurisdizione si estendeva su quattro comuni: Pietrafesa (oggi Satriano di Lucania), S. Angelo le Fratte, Savoia di Lucania e Caggiano.

L’antica città di Satrianum, tra il 1420/30, fu distrutta per ordine della regina Giovanna II di Napoli (1337- 1435), la quale, secondo una leggenda popolare locale, si sarebbe vendicata sugli abitanti per un affronto subito. Dopo la distruzione della città il vescovo, Andrea da Venezia, scelse S. Angelo le Fratte come sede provvisoria della diocesi e rimase tale fino al 1525.

 

Tra il XVII e il XVIII secolo 

La diocesi di Campagna – Satriano, come la maggior parte delle diocesi del sud Italia, era povera ed arretrata. Si estendeva su un territorio non omogeneo, caratterizzato da non poche difficoltà di varia natura, legate all’ambiente, alla condizione sociale e all’economia. La maggior parte della popolazione era formata da contadini e pastori (massari), sfruttati dall’avidità e dalla prepotenza del baroni locali. Inoltre la diocesi fu colpita da calamità naturali che aggravarono ancora di più la situazione. Le relationes ad limina, tra il XVII e il XVIII secolo, ne tratteggiano un quadro piuttosto difficile e complesso, che rese arduo ai vescovi il governo della diocesi.

Il più noto vescovo di Campagna – Satriano fu Juan Caramuel Lobkowicz, dal 1657 al 1673, poi trasferito alla guida della diocesi di Vigevano. Il Caramuel fu un personaggio straordinario per la vastità della sua cultura, che spaziava dalla matematica all’astronomia, dalla scienza all’architettura, dalla letteratura alla teologia. Fu autore di molte opere, alcune delle quali furono stampate in diocesi. Da S. Alfonso fu definito princeps laxistarum, cioè troppo lassista in campo morale, in quanto fu sostenitore del probabilismo.

Per evitare di essere coinvolto nelle varie fazioni, presenti a Campagna e, spesso, in lizza tra loro, il Caramuel preferì risiedere a Sant’Angelo le Fratte (PZ), dove costruì il palazzo vescovile ed impiantò una tipografia detta “Arca santa”. Il Caramuel si prodigò con grande coraggio e zelo nel difendere le rendite della mensa arcivescovile e nella formazione del clero locale in preda all’ignoranza e alla corruzione. L’episcopato del Caramuel si svolse in un periodo di grandi difficoltà e miseria a causa della peste del 1656, che colpì anche il suo predecessore Giuseppe Maria Avila (1649- 1656).

Mons. Francesco Saverio Fontana (1714 –1736) si adoperò per la fondazione di un seminario diocesano e mons. Angelo Anzani (1736-1770) si prodigò nell’abbellimento della cattedrale con la realizzazione di diverse opere e fondò la biblioteca diocesana.

In amministrazione perpetua 

La diocesi di Satriano fu definitivamente soppressa il 27 giugno del 1818 da Pio VII, in seguito al terzo articolo del concordato tra la S. Sede e il Regno Borbonico (16 febbraio 1818), che prevedeva una riorganizzazione delle diocesi di qua del Faro, cioè nella parte continentale del Regno.

Con la bolla De utiliori, pubblicata il 27 giugno 1818, Pio VII rendeva ufficiale la nuova geografia ecclesiastica nel regno di Napoli, nella quale non compariva più la diocesi di Satriano. Quella di Campagna, invece, con il territorio dell’ex diocesi di Satriano, fu affidata in amministrazione perpetua all’arcidiocesi di Conza. Il criterio dell’amministrazione perpetua, perseguito dalla S. Sede, rispondeva all’esigenza di conservare le piccole diocesi dotate di un seminario, risollevare il problema della Mensa arcivescovile e sopprimere quelle diocesi che non l’avevano. La diocesi di Campagna quindi non fu soppressa, perché aveva un buon seminario, dotato anche di una discreta biblioteca, ma venne affidata all’arcivescovo di Conza, che ne diventò amministratore.

Quando, poi, il 30 settembre 1992, alla diocesi di Conza furono unite quelle di S. Angelo dei Lombardi e Bisaccia, Campagna fu nuovamente ripristinata come diocesi con un territorio più esteso, perché alcune parrocchie che precedentemente erano appartenute a Conza, passarono sotto la giurisdizione del vescovo di Campagna: Castelnuovo di Conza, Santomenna, Laviano, Valva, Colliano, Oliveto Citra, Contursi, S. Gregorio Magno, Auletta, Buccino, Palomonte, Salvitelle, Vietri di Potenza.

L’opera di mons. Palatucci

Tra il primo e il secondo dopoguerra, dal 1937 al 1961, si distinse come figura singolare di pastore mons. Giuseppe Maria Palatucci, dell’ordine dei Francescani conventuali.

Nel giugno del 1940 a Campagna fu aperto un campo di concentramento per oppositori politici e per ebrei, per lo più di nazionalità tedesca. Il lager di Campagna, rispetto agli altri presenti in Italia, assunse una fisionomia insolita e originale, dovuta all’accoglienza e alla calorosa generosità dei campagnesi verso gli ebrei e anche al sostegno che offrì loro il vescovo Palatucci, il quale trattò gli ebrei come fratelli, aiutandoli e favorendoli in ogni modo.

L’operato del vescovo fu possibile grazie all’aiuto del nipote Giovanni Palatucci, questore di Fiume, che riuscì a salvare centinaia di ebrei, procurando loro permessi di espatrio o inviandoli in gran parte proprio a Campagna, dove poteva contare sulla collaborazione dello zio vescovo e della comunità campagnese.

Giovanni Palatucci fu, poi, scoperto dai tedeschi, arrestato e deportato a Dachau, dove morì nel febbraio del 1945.

 

L’unione con Salerno 

Fu Jolando Nuzzi – successore di mons. Palatucci dal 1961 al 1971, poi trasferito a Nocera – a chiudere la cronotassi dei vescovi Campagnesi. La diocesi di Campagna fu unita a Salerno in persona episcopi. Il vescovo di Salerno, mons. Gaetano Pollio, nel 1971 fu nominato anche amministratore apostolico della diocesi, diventando poi, nel 1973, ufficialmente vescovo di Campagna

Il 31 marzo 1973, per favorire l’inserimento nel rispettivo territorio provinciale, le parrocchie della diocesi, presenti sul lerritorio lucano, passarono all’arcidiocesi di Potenza (Sant’Angelo le Fratte, Vietri di Potenza, Satriano di Lucania e Savoia di Lucania), mentre due parrocchie, presenti sul territorio campano, ma appartenenti alla diocesi di Muro Lucano, passarono alla diocesi di Campagna (Ricigliano, Romagnano al Monte)

Il 30 settembre del 1986, secondo le deliberazioni del decreto della Congregazione dei Vescovi Instantibus votis, la diocesi di Campagna e quella di Acerno furono unite con la formula giuridica plena unione all’arcidiocesi di Salerno.

Alla nuova circoscrizione ecclesiastica fu dato il titolo di Archidioecesis Salernitana-Campaniensis-Acernensis (Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno).

 

La cattedrale

La cattedrale fu edificata su una parte della vecchia Collegiata, a ridosso del percorso del fiume Tenza. All’interno si presenta strutturata a croce latina con tre navate e un campanile, che si innalza maestoso con la sua copertura a cipolla. La facciata è in stile rinascimentale, con tre ingressi e ampi finestroni, sormontata da timpani triangolari e semicircolari. Nella parte inferiore della cattedrale, sotto il transetto e l’abside, vi è la cappella della confraternita del Monte dei Morti, dedicata alla Beata Vergine del Carmelo. Sotto la cripta vi è un antico cimitero.

I lavori per la costruzione della cattedrale furono avviati solo nel 1634. La prima pietra fu posta dopo quarant’anni dall’ erezione della diocesi, nel giugno del 1564. Il progetto è attribuito a Benvenuto Tortelli, architetto bresciano, particolarmente attivo nel napoletano. Lo sforzo compiuto dai campagnesi fu enorme e altrettanto coraggioso e generoso fu l’impegno nel contribuire ai finanziamenti.

La nuova cattedrale fu solennemente consacrata nel 1683, ma la fabbrica dei lavori continuò ad oltranza, anche nel secolo successivo, per il completamento delle rifiniture interne e delle decorazioni. Nel 1800, mons. Salvatore Nappi, arcivescovo di Conza e amministratore di Campagna (1879-1896), volle decorare l’interno della cattedrale in stile tardo barocco, affidando l’opera all’artista bolognese Rinaldo Casanova.

Gravemente danneggiata durante il sisma del 1980, fu sottoposta ad un lungo periodo di restauro, conclusosi nell’anno giubilare.

La cattedrale custodisce alcune opere preziose: un organo e un pulpito in marmi policromi del XVIII secolo, una statua in pietra della Madonna della Pace, risalente al XV secolo, una statua in legno raffigurante la Madonna con il Bambino del XIV secolo ed un Crocifisso ligneo del XVIII secolo.

 

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