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16 Mag
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Giochi delle parrocchie 2023

Su invito del Coni di Salerno l’ufficio Sport e Tempo Libero intende promuovere “I Giochi delle Parrocchie” attività riservate alle parrocchie della nostra Arcidiocesi. 

A Salerno la manifestazione si svolgerà domenica 4 giugno presso il Centro sportivo Tennis Club/Pattinodromo Lungomare Clemente Tafuri, Torrione di Salerno.

Per esigenze organizzative si prega di confermare la partecipazione entro il 30 maggio p.v. inviando una mail a:  pastoralesport@diocesisalerno.it

 

 

 

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16 Mag
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“Parlare con il cuore. Secondo verità nella carità” – 57esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali

“Parlare con il cuore. Secondo verità nella carità”. È il tema al centro del messaggio per la 57esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che quest’anno si celebrerà domenica 21 maggio. Forte l’invito ad andare controcorrente, per sostenere le aspirazioni alla pace sull’esempio di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

 

 

 

 

 

 

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA 57ma GIORNATA MONDIALE
DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI

Parlare col cuore.
«Secondo verità nella carità» (Ef 4,15)

 

Cari fratelli e sorelle!

Dopo aver riflettuto, negli anni scorsi, sui verbi “andare e vedere” e “ascoltare” come condizione per una buona comunicazione, vorrei con questo Messaggio per la LVII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali soffermarmi sul “parlare con il cuore”. È il cuore che ci ha mosso ad andare, vedere e ascoltare ed è il cuore che ci muove a una comunicazione aperta e accogliente. Dopo esserci allenati nell’ascolto, che richiede attesa e pazienza, nonché la rinuncia ad affermare in modo pregiudiziale il nostro punto di vista, possiamo entrare nella dinamica del dialogo e della condivisione, che è appunto quella del comunicare cordialmente. Una volta ascoltato l’altro con cuore puro, riusciremo anche a parlare seguendo la verità nell’amore (cfr Ef 4,15). Non dobbiamo temere di proclamare la verità, anche se a volte scomoda, ma di farlo senza carità, senza cuore. Perché «il programma del cristiano – come scrisse Benedetto XVI – è “un cuore che vede”» [1]. Un cuore che con il suo palpito rivela la verità del nostro essere e che per questo va ascoltato. Questo porta chi ascolta a sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda, al punto da arrivare a sentire nel proprio cuore anche il palpito dell’altro. Allora può avvenire il miracolo dell’incontro, che ci fa guardare gli uni gli altri con compassione, accogliendo le reciproche fragilità con rispetto, anziché giudicare per sentito dire e seminare discordia e divisioni.

Gesù ci avverte che ogni albero si riconosce dal suo frutto (cfr Lc 6,44): «L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda» (v. 45). Per questo, per poter comunicare secondo verità nella carità, occorre purificare il proprio cuore. Solo ascoltando e parlando con il cuore puro possiamo vedere oltre l’apparenza e superare il rumore indistinto che, anche nel campo dell’informazione, non ci aiuta a discernere nella complessità del mondo in cui viviamo. L’appello a parlare con il cuore interpella radicalmente il nostro tempo, così propenso all’indifferenza e all’indignazione, a volte anche sulla base della disinformazione, che falsifica e strumentalizza la verità.

Comunicare cordialmente

Comunicare cordialmente vuol dire che chi ci legge o ci ascolta viene portato a cogliere la nostra partecipazione alle gioie e alle paure, alle speranze e alle sofferenze delle donne e degli uomini del nostro tempo. Chi parla così vuole bene all’altro perché lo ha a cuore e ne custodisce la libertà, senza violarla. Possiamo vedere questo stile nel misterioso Viandante che dialoga con i discepoli diretti a Emmaus dopo la tragedia consumatasi sul Golgota. Ad essi Gesù risorto parla con il cuore, accompagnando con rispetto il cammino del loro dolore, proponendosi e non imponendosi, aprendo loro con amore la mente alla comprensione del senso più profondo dell’accaduto. Essi infatti possono esclamare con gioia che il cuore ardeva loro nel petto mentre Lui conversava lungo il cammino e spiegava loro le Scritture (cfr Lc 24,32).

In un periodo storico segnato da polarizzazioni e contrapposizioni – da cui purtroppo anche la comunità ecclesiale non è immune – l’impegno per una comunicazione “dal cuore e dalle braccia aperte” non riguarda esclusivamente gli operatori dell’informazione, ma è responsabilità di ciascuno. Tutti siamo chiamati a cercare e a dire la verità e a farlo con carità. Noi cristiani, in particolare, siamo continuamente esortati a custodire la lingua dal male (cfr Sal 34,14), poiché, come insegna la Scrittura, con la stessa possiamo benedire il Signore e maledire gli uomini fatti a somiglianza di Dio (cfr Gc 3,9). Dalla nostra bocca non dovrebbero uscire parole cattive, «ma piuttosto parole buone che possano servire per un’opportuna edificazione, giovando a quelli che ascoltano» (Ef 4,29).

A volte il parlare amabile apre una breccia perfino nei cuori più induriti. Ne abbiamo traccia anche nella letteratura. Penso a quella pagina memorabile del cap. XXI dei Promessi Sposi in cui Lucia parla con il cuore all’Innominato sino a che questi, disarmato e tormentato da una benefica crisi interiore, cede alla forza gentile dell’amore. Ne facciamo esperienza nella convivenza civica dove la gentilezza non è solo questione di “galateo”, ma un vero e proprio antidoto alla crudeltà, che purtroppo può avvelenare i cuori e intossicare le relazioni. Ne abbiamo bisogno nell’ambito dei media, perché la comunicazione non fomenti un livore che esaspera, genera rabbia e porta allo scontro, ma aiuti le persone a riflettere pacatamente, a decifrare, con spirito critico e sempre rispettoso, la realtà in cui vivono.

La comunicazione da cuore a cuore: “Basta amare bene per dire bene”

Uno degli esempi più luminosi e ancora oggi affascinanti del “parlare con il cuore” è rappresentato da San Francesco di Sales, Dottore della Chiesa, a cui ho recentemente dedicato la Lettera Apostolica Totum amoris est, a 400 anni dalla sua morte. Accanto a questo importante anniversario, mi piace ricordarne in tale circostanza un altro che ricorre in questo 2023: il centenario della sua proclamazione a patrono dei giornalisti cattolici da parte di Pio XI con l’Enciclica Rerum omnium perturbationem. Intelletto brillante, scrittore fecondo, teologo di grande spessore, Francesco di Sales fu vescovo di Ginevra all’inizio del XVII secolo, in anni difficili, contrassegnati da dispute accese con i calvinisti. Il suo atteggiamento mite, la sua umanità, la disposizione a dialogare pazientemente con tutti e specialmente con chi lo contrastava lo resero un testimone straordinario dell’amore misericordioso di Dio. Di lui si poteva dire che «una bocca amabile moltiplica gli amici, una lingua affabile le buone relazioni» ( Sir 6,5). Del resto, una delle sue affermazioni più celebri, «il cuore parla al cuore», ha ispirato generazioni di fedeli, tra cui San John Henry Newman che la scelse come motto, Cor ad cor loquitur. «Basta amare bene per dire bene», era uno dei suoi convincimenti. Esso dimostra come per lui la comunicazione non dovesse mai ridursi a un artificio, a – diremmo oggi – una strategia di marketing, ma fosse il riflesso dell’animo, la superficie visibile di un nucleo d’amore invisibile agli occhi. Per San Francesco di Sales è proprio «nel cuore e attraverso il cuore che si compie quel sottile e intenso processo unitario in virtù del quale l’uomo riconosce Dio» [2]. “Amando bene” San Francesco riuscì a comunicare con il sordomuto Martino, diventandone amico; perciò viene ricordato anche come protettore delle persone con disabilità comunicative.

È a partire da questo “criterio dell’amore” che, attraverso i suoi scritti e la sua testimonianza di vita, il santo vescovo di Ginevra ci ricorda che “siamo ciò che comunichiamo”. Lezione oggi controcorrente in un tempo nel quale, come sperimentiamo in particolare nei social network, la comunicazione viene sovente strumentalizzata affinché il mondo ci veda come noi desidereremmo essere e non per quello che siamo. San Francesco di Sales disseminò numerose copie dei suoi scritti nella comunità ginevrina. Tale intuizione “giornalistica” gli valse una fama che superò rapidamente il perimetro della sua diocesi e perdura ancora ai nostri giorni. I suoi scritti, ha osservato San Paolo VI, suscitano una lettura «sommamente piacevole, istruttiva, stimolante» [3]. Se guardiamo oggi al panorama della comunicazione, non sono proprio queste le caratteristiche che un articolo, un reportage, un servizio radiotelevisivo o un post sui social dovrebbero soddisfare? Gli operatori della comunicazione possano sentirsi ispirati da questo santo della tenerezza, ricercando e raccontando la verità con coraggio e libertà, ma respingendo la tentazione di usare espressioni eclatanti e aggressive.

Parlare con il cuore nel processo sinodale

Come ho avuto modo di sottolineare, «anche nella Chiesa c’è tanto bisogno di ascoltare e di ascoltarci. È il dono più prezioso e generativo che possiamo offrire gli uni agli altri» [4]. Da un ascolto senza pregiudizi, attento e disponibile, nasce un parlare secondo lo stile di Dio, nutrito di vicinanza, compassione e tenerezza. Abbiamo un urgente bisogno nella Chiesa di una comunicazione che accenda i cuori, che sia balsamo sulle ferite e faccia luce sul cammino dei fratelli e delle sorelle. Sogno una comunicazione ecclesiale che sappia lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, gentile e al contempo profetica, che sappia trovare nuove forme e modalità per il meraviglioso annuncio che è chiamata a portare nel terzo millennio. Una comunicazione che metta al centro la relazione con Dio e con il prossimo, specialmente il più bisognoso, e che sappia accendere il fuoco della fede piuttosto che preservare le ceneri di un’identità autoreferenziale. Una comunicazione le cui basi siano l’umiltà nell’ascoltare e la parresia nel parlare, che non separi mai la verità dalla carità.

Disarmare gli animi promuovendo un linguaggio di pace

«Una lingua dolce spezza le ossa» dice il libro dei Proverbi (25,15). Parlare con il cuore è oggi quanto mai necessario per promuovere una cultura di pace laddove c’è la guerra; per aprire sentieri che permettano il dialogo e la riconciliazione laddove imperversano l’odio e l’inimicizia. Nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo è urgente affermare una comunicazione non ostile. È necessario vincere «l’abitudine di screditare rapidamente l’avversario, attribuendogli epiteti umilianti, invece di affrontare un dialogo aperto e rispettoso» [5]. Abbiamo bisogno di comunicatori disponibili a dialogare, coinvolti nel favorire un disarmo integrale e impegnati a smontare la psicosi bellica che si annida nei nostri cuori, come profeticamente esortava San Giovanni XXIII nell’Enciclica  Pacem in terris: «La vera pace si può costruire soltanto nella vicendevole fiducia» (n. 61). Una fiducia che ha bisogno di comunicatori non arroccati, ma audaci e creativi, pronti a rischiare per trovare un terreno comune dove incontrarsi. Come 60 anni fa, anche ora viviamo un’ora buia nella quale l’umanità teme un’ escalation bellica che va frenata quanto prima anche a livello comunicativo. Si rimane atterriti nell’ascoltare con quanta facilità vengono pronunciate parole che invocano la distruzione di popoli e territori. Parole che purtroppo si tramutano spesso in azioni belliche di efferata violenza. Ecco perché va rifiutata ogni retorica bellicistica, così come ogni forma propagandistica che manipola la verità, deturpandola per finalità ideologiche. Va invece promossa, a tutti i livelli, una comunicazione che aiuti a creare le condizioni per risolvere le controversie tra i popoli.

In quanto cristiani, sappiamo che è proprio grazie alla conversione del cuore che si decide il destino della pace, poiché il virus della guerra proviene dall’interno del cuore umano [6]. Dal cuore scaturiscono le parole giuste per diradare le ombre di un mondo chiuso e diviso ed edificare una civiltà migliore di quella che abbiamo ricevuto. È uno sforzo richiesto a ciascuno di noi, ma che richiama in particolare il senso di responsabilità degli operatori della comunicazione, affinché svolgano la propria professione come una missione.

Il Signore Gesù, Parola pura che sgorga dal cuore del Padre, ci aiuti a rendere la nostra comunicazione libera, pulita e cordiale.

Il Signore Gesù, Parola che si è fatta carne, ci aiuti a metterci in ascolto del palpito dei cuori, per riscoprirci fratelli e sorelle, e disarmare l’ostilità che divide.

Il Signore Gesù, Parola di verità e di amore, ci aiuti a dire la verità nella carità, per sentirci custodi gli uni degli altri.

 

Roma, San Giovanni in Laterano, 24 gennaio 2023, memoria di San Francesco di Sales.

FRANCESCO

 

[1] Lett. enc. Deus caritas est, 31.

[2] Lett. Ap. Totum amoris est (28 dicembre 2022).

[3] Epistola Apostolica Sabaudiae gemmanel IV Centenario dalla nascita di San Francesco di Sales, dottore della Chiesa (29 gennaio 1967).

[4] Messaggio per la LVI Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (24 gennaio 2022).

[5] Lett. enc. Fratelli tutti (3 ottobre 2020), 201.

[6] Cfr Messaggio per la 56ª Giornata Mondiale della Pace, 1° gennaio 2023.

 


Celebrazione della Parola per la 57ª Giornata delle comunicazioni sociali

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15 Mag
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Pellegrinaggio notturno dei giovani al Pontificio Santuario di Pompei

Venerdì 26 maggio alle ore 19.00 si tiene la celebrazione eucaristica presso la Cripta di San Matteo in preparazione alla partenza del pellegrinaggio notturno dei giovani a Pompei.

Il Pellegrinaggio notturno, dal titolo “Maria e i sensi della fede”, è organizzato dal Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile, ha inizio alle ore 20.00. Per la partecipazione al Pellegrinaggio bisogna iscriversi mettendosi in contatto con il numero 351 5189861. L’arrivo a Pompei è previsto per le ore 6.30 fino alle ore 7.00 ci sarà la possibilità di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione per poi partecipare alla santa Messa di conclusione del pellegrinaggio.

 

Si consiglia di indossare scarpe comode, jeans e non tuta, compeed per vesciche, acqua e cena a sacco, Corona del Rosario, quaderno per gli appunti, un k-way, abbigliamento a strati, un ombrellino.

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12 Mag
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Veglia di Pentecoste | “Spezza le catene… sciogli ogni legame”

Venerdì 26 maggio, alle ore 20.00, presso il Centro Asi di Solofra si tiene la veglia di Pentecoste dal titolo “Spezza le catene… sciogli ogni legame”. Un momento di preghiera e riflessione sullo Spirito Santo guidato da don Riccardo Sansone, Vice rettore Ufficio Catechistico di Napoli, autore e musicista “Cambia in Grazia anche il dolore”, organizzato dalla Forania di Montoro-Solofra.

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12 Mag
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Matilde di Canossa | Genio femminile al servizio del governo della fede

Giovedì 25 maggio, in concomitanza con la memoria di san Gregorio VII, alle ore 17.30, nella Sala San Tommaso D’Aquino del Duomo di Salerno si terrà un incontro per scoprire la figura di Matilde di Canossa, profondamente legata alle vicende di papa Ildebrando.
Sarà il francescano Antonio Lanzi, della Curia generale OFM, a “raccontare” Matilde, portando alla luce i tratti salienti della sua personalità e della sua azione politica, per presentare ai salernitani questo eminente personaggio femminile della chiesa medievale.
L’evento è promosso e organizzato dall’Ufficio Cultura e arte della nostra Arcidiocesi e patrocinato moralmente dal Comune di Salerno e dal Club Alpino Italiano.
Parteciperanno attivamente l’Arcivescovo Andrea Bellandi, la prof.ssa Lorella Parente, la prof.ssa Angela Chiapponi (Associazione culturale “Matilde di Canossa”) e il vicario episcopale don Roberto Piemonte, che presenterà la conferenza.
Per l’occasione, saranno esposte le due opere artistiche su Gregorio VII e Matilde realizzate dall’architetto Renaldo Fasanaro.

L’ingresso è libero.

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09 Mag
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Rassegna Stampa visita del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli

Rassegna Stampa visita del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli

 

Avvenire

 

 

 


Il Mattino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Le Cronache

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09 Mag
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CS – Sua Santità Bartolomeo I   incontra le Istituzioni

Traslazione delle Spoglie mortali di San Matteo 6 maggio 954 – 6 maggio 2023

Il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Sua Santità Bartolomeo I, incontra le Istituzioni

 

Ha incontrato le Istituzioni del territorio, il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Sua Santità Bartolomeo I, nell’ambito della visita in occasione della Traslazione delle Spoglie mortali di San Matteo. Sindaci, amministratori e rappresentati locali, dunque, questa mattina, 6 maggio 2023, presso il Palazzo Arcivescovile di Salerno, hanno accolto Sua Santità Bartolomeo I che ieri, 5 maggio 2023, si è recato per la prima volta nella nostra città.  “Ci dà particolare gioia incontrare le Autorità locali che hanno a cuore il benessere dei cittadini di questo territorio, le sue bellezze ambientali, le peculiarità dei luoghi e lo splendore dei suoi monumenti. – ha esordito il Patriarca- Questa vostra città, porta d’accesso alla Costiera Amalfitana e all’incantevole Costiera Cilentana è ricca di storia, ricca di tracce di tutti coloro che sono passati nelle varie epoche, Etruschi, Greci, Romani, Ostrogoti, Bizantini, Longobardi, Normanni e testimonia una vitalità che arriva fino ai nostri giorni. Ce ne rallegriamo con voi. Non potrebbe essere altrimenti, perché venendo tra voi abbiamo appreso l’importanza che rivestono in questa città i monumenti ed i luoghi di interesse, religiosi, civili, militari, le fontane e le statue, gli acquedotti, i vari siti archeologici e le aree naturali, le biblioteche, i musei, la università, ricordando anche la famosa e antica scuola medica salernitana e ancora i festival e le fiere, che raccontano della allegria e della laboriosità della gente di queste terre”.

 

Di seguito il comunicato completo:

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09 Mag
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CS – Traslazione delle Spoglie mortali di San Matteo

Traslazione delle Spoglie mortali di San Matteo 6 maggio 954 – 6 maggio 2023

La Solenne Celebrazione Eucaristica in Cattedrale,

presieduta dall’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, S.E. Monsignor Andrea Bellandi,

con la partecipazione del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Sua Santità Bartolomeo I

Gremita, questa mattina, 6 maggio 2023, la Cattedrale di Salerno, in occasione della Solenne Celebrazione presieduta dall’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, S.E. Monsignor Andrea Bellandi e condivisa con il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Sua Santità Bartolomeo I, guida della Chiesa Ortodossa, in occasione della Traslazione in città delle Spoglie mortali del Patrono San Matteo, avvenuta nel lontano 6 maggio 954. “Cristo è Risorto – ha esordito il Patriarca Bartolomeo I nella sua omelia – Rispondendo al cortese invito dell’amato fratello Arcivescovo, siamo giunti dalla città di Costantino, da Costantinopoli, dalle rive del Bosforo per gioire con voi, pregare e lodare Dio con una sola bocca ed un sol cuore e festeggiare la Traslazione delle Sante Reliquie dell’Apostolo ed Evangelista Matteo in questa città, avvenuta secondo la tradizione il 6 maggio dell’anno 954. La Chiesa in Oriente ed in Occidente ha sempre festeggiato fin dai tempi della Chiesa Nascente la traslazione dei corpi di santi, intravedendo in essa una particolare presenza della grazia santificante del Signore per una Chiesa locale.

 

Di seguito il comunicato completo:

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09 Mag
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CS – L’incontro con il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Sua Santità Bartolomeo I

“Ecologia e Pace: un futuro secondo il disegno di Dio”:

l’incontro con il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli,

Sua Santità Bartolomeo I

 

Boom di presenze presso il Salone degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile di Salerno

Si è tenuto oggi pomeriggio, 5 maggio 2023, alle 17, presso il Salone degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile di Salerno,  il meeting, aperto a tutti, intitolato “Ecologia e Pace: un futuro secondo il disegno di Dio”. L’evento rientra nell’ambito della visita del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, guida della Chiesa Ortodossa, in occasione della Traslazione in città delle spoglie mortali del Patrono San Matteo, avvenuta nel lontano 6 maggio 954. Dopo aver incontrato alle 10 di questa mattina, il Clero e i Seminaristi, presso il Seminario Metropolitano Giovanni Paolo II di Pontecagnano Faiano, Sua Santità Bartolomeo I, oggi pomeriggio ha presieduto il convegno con l’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, S.E. Monsignor Andrea Bellandi: “La presenza del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo ci onora: egli è una delle figure più rappresentative dell’universo religioso, fungendo da punto di riferimento non solo per i fedeli greco-ortodossi, ma per tutto il mondo cristiano e religioso”, ha esordito S.E. Monsignor Andrea Bellandi, richiamando le parole di condivisione ed elogio per il Patriarca Ecumenico espresse da Papa Francesco.

Di seguito il comunicato completo:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Libretto | Matteo Apostolo di Cristo 

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09 Mag
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Chiusura al pubblico degli uffici di curia del 10 maggio

Mercoledì 10 maggio, per difficoltà di circolazione urbana legata al Giro d’Italia, gli uffici della curia resteranno chiusi al pubblico.

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