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08 Gen
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Giornate pro Seminario 2020

Sono riprese le Giornate Pro Seminario, i seminaristi porteranno la loro testimonianza nelle varie foranie. È l’occasione per invitare le nostre Comunità Parrocchiali a riflettere sulla testimonianza di amore per il sacerdozio ministeriale offerta a chi si interroga sulla chiamata.

Le giornate Pro seminario sono le seguenti:

  • 26 gennaio: Forania di Salerno Est e Forania di Baronissi Calvanico Pellezzano Fisciano
  • 16 febbraio: Forania di Salerno Ovest
  • 8 marzo: Forania di Montoro – Solofra – S. Cipriano Picentino – Giffoni Valle Piana
  • 29 marzo: Forania di Mercato S. Severino – Bracigliano – Castel S. Giorgio
  • 10 maggio: Foranie di Buccino – Caggiano e Campagna – Colliano
  • 11 ottobre: Foranie di Montecorvino Pugliano – Montecorvino Rovella – Pontecagnano
  • 8 novembre: Foranie di Battipaglia – Olevano e di Eboli

 

 

per informazioni 
tel e fax 089.202040 (int.2)
mail: seminariogp2sa@gmail.com
pec: seminariosalerno@pec.it
sito: www.seminariosalerno.it

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20 Dic
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Ufficio Liturgico – Corso di formazione

L’Ufficio Liturgico Diocesano propone un importante corso di formazione predisposto dalla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Sez. SanTommaso D’Aquino) in collaborazione con alcuni esperti ed Uffici Liturgici Diocesani. Il corso si tiene una volta al mese da gennaio a maggio ed è rivolto a:

  • Presbiteri, parroci, seminaristi
  • Lettori, accoliti, diaconi permanenti
  • Vicari episcopali e delegati per Liturgia
  • Responsabili della formazione dei collegi liturgici e ministranti
  • Studenti di teologia e di scienze religiose
  • Catechisti, consacrate e consacrati
  • Quanti interessati alla pastorale liturgica

 

 

I dettagli sono disponibili nella brochure di seguito

Brochure Corso.pdf

 

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20 Dic
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Tavola rotonda UPSL “Cerca la pace e perseguila”

Quest’anno l’UPSL diocesano celebra la giornata della pace con una tavola rotonda titolo: “Cerca la pace e perseguila” che  si tiene a Battipaglia giovedì 16 gennaio 2020 ore 18.30 presso il “Salotto del palazzo di Città” del Comune sito in piazza A. Moro, organizzata dal coordinamento della “Luce della pace da Betlemme” di Battipaglia (a cui aderiscono, oltre alla Comunità MASCI, i due gruppi AGESCI, il gruppo FSE, i parroci delle parrocchia Santa Maria della Speranza e Santa Maria del Carmine, la Comunità Musulmana, la Comunità Sikh, la Comunità Buddista Soka Gakkai e la Comunità Baha’ì) ha come tema il motto scelto a livello nazionale per la distribuzione della “Luce della pace da Betlemme”.

L’UPSL ha voluto cogliere l’invito che il Santo Padre Francesco ha rivolto alla Conferenza dell’ONU del 2017: “La pace deve essere costruita sulla giustizia, sullo sviluppo umano integrale, sul rispetto dei diritti umani fondamentali, sulla custodia del creato, sulla partecipazione di tutti alla vita pubblica, sulla fiducia fra i popoli, sulla promozione di istituzioni pacifiche, sull’accesso all’educazione e alla salute, sul dialogo e sulla solidarietà”.

Moderatore – Franco Poeta (giornalista – scrittore)
intervengono: 

o   Antonio Memoli: Direttore diocesano dell’Ufficio per i Problemi Sociali e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno;o   Fatiha Chakir: Presidente dell’Associazione “Il mondo a colori”o   Maria Luisa Albano: scrittrice – fondatrice dell’Associazione Culturale “Mediterranea Civitas”o   Padre Ernesto Della Corte: biblista, formatore e predicatore – scrittore

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18 Dic
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Celebrazioni di Natale in Cattedrale

In occasione delle festività natalizie S.E. Mons. Andrea Bellandi presiede le seguenti celebrazioni nella Cattedrale di Salerno:

  • Martedì 24 dicembre ore 23.55 solenne celebrazione eucaristica di mezzanotte
  • Mercoledì 25 ore 12.00, solennità del Natale di nostro Signore
  • Martedì 31 ore 17.00, celebrazione eucaristica, con il canto solenne del Te Deum in ringraziamento per l’anno trascorso
  • Mercoledì 1° gennaio ore 12.00 solennità di Maria Madre di Dio
  • Lunedì 6 gennaio ore 12.00 Epifania.

Tutte le celebrazioni saranno trasmesse in diretta da TDS Salerno

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16 Dic
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Chiusura Uffici di Curia per Festività Natalizie

Gli Uffici della Curia Arcivescovile di Salerno-Campagna-Acerno osserveranno un periodo di chiusura natalizia che va dal 23 dicembre fino al 7 gennaio inclusi. Gli uffici riapriranno mercoledì 8 gennaio.

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11 Dic
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Lettera dell’Arcivescovo alle Famiglie e alle comunità dell’Arcidiocesi

Pubblichiamo la lettera di Natale del nostro Arcivescovo, Mons. Andrea Bellandi, che per il suo primo Natale nella nostra Diocesi, ha voluto mantenere la tradizione del suo predecessore, inviando alle famiglie e alle comunità una riflessione sui motivi profondi della Gioia che sgorga da questo tempo di Grazia.

 

Scarica qui la lettera oppure continua a leggere…

Carissimi,

Continuando una bella tradizione introdotta dal mio predecessore, l’Arcivescovo Luigi, anch’io desidero rivolgermi a voi in occasione della ricorrenza del Santo Natale, inviandovi qualche mia breve riflessione a pochi mesi dal mio arrivo nella Diocesi di Salerno-Campagna-Acerno.

In questo primo periodo ho già potuto incontrare molti di voi, ricevendo da tutti un’accoglienza così carica di affetto e stima da andare ben al di là di ogni mia più rosea aspettativa. Posso solo dirvi GRAZIE, con tutto il cuore!

Ho visitato comunità parrocchiali e associazioni, ho incontrato molte persone, ho partecipato ad alcuni eventi, ho vissuto con voi la mia prima solennità di San Matteo: sempre ho ricevuto, da tutti questi avvenimenti, un conforto per la mia fede e un sostegno al mio nuovo cammino di Pastore con voi e per voi.

In questa mia prima breve lettera natalizia intendo semplicemente richiamare a voi – e prima ancora a me stesso – i motivi profondi della gioia che contraddistingue questo tempo di festa. Una gioia che, nella Liturgia del tempo di Avvento, abbiamo sentito preannunciata in alcuni testi del profeta Isaia:

Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato. E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse. Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza, poiché la mano del Signore si poserà su questo monte». (Is 25, 8-10; S. Messa del 4 dicembre)

Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del  Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». (Is 35, 1-4; S. Messa del 9 dicembre)

 

«Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata […]». Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato». (Is 40,1-2.3-5; S. Messa del 10 dicembre)

 

Io sono il Signore, tuo Dio, che ti tengo per la destra e ti dico: «Non temere, io ti vengo in aiuto». Non temere, vermiciattolo di Giacobbe, larva d’Israele; io vengo in tuo aiuto – oracolo del Signore –, tuo redentore è il Santo d’Israele. […] Io, il Signore, risponderò loro, io, Dio d’Israele, non li abbandonerò. Farò scaturire fiumi su brulle colline, fontane in mezzo alle valli; cambierò il deserto in un lago d’acqua, la terra arida in zona di sorgenti. Nel deserto pianterò cedri, acacie, mirti e ulivi; nella steppa porrò cipressi, olmi e abeti; perché vedano e sappiano, considerino e comprendano a un tempo che questo ha fatto la mano del Signore, lo ha creato il Santo d’Israele. (Is 41, 13-14.17-20; S. Messa del 12 dicembre)

 

Per arrivare, infine, al grido di giubilo che risuona nella Prima Lettura della S. Messa, la Notte di Natale

Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. […] Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre. Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti. (Is 9, 1-2.5-6)

 

Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Questo è il motivo profondo della nostra gioia: Dio si è coinvolto con noi, ha condiviso il nostro cammino umano, si è reso visibile e “conoscibile” umanamente nel Suo Figlio, l’uomo Cristo Gesù, «nato da donna – come dice San Paolo – nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli» (Gal 4,4-5).

Anche in questo nostro tempo, che spesso appare essere un deserto di umanità, in cui sembrano crescere solo le sterpaglie dell’indifferenza, del risentimento e della paura – «frutto del progetto di società che vogliono costruirsi senza Dio» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 86) – l’annuncio profetico ci invita a ridestare la speranza e a rincuorare il popolo, perché proprio anche in questo deserto possa rivelarsi “la gloria del Signore”, aprendosi ai suoi doni e alla sua salvezza.

Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Papa Francesco, durante l’Udienza generale del mercoledì, in preparazione al Natale dello scorso anno (19 dicembre 2018), ebbe a dire:

Natale inaugura un’epoca nuova, dove la vita non si programma, ma si dona; dove non si vive più per sé, in base ai propri gusti, ma per Dio; e con Dio, perché da Natale Dio è il Dio-con-noi, che vive con noi, che cammina con noi. Vivere il Natale è lasciarsi scuotere dalla sua sorprendente novità. Il Natale di Gesù non offre rassicuranti tepori da caminetto, ma il brivido divino che scuote la storia. Natale è la rivincita dell’umiltà sull’arroganza, della semplicità sull’abbondanza, del silenzio sul baccano, della preghiera sul “mio tempo”, di Dio sul mio io. Fare Natale è fare come Gesù, venuto per noi bisognosi, e scendere verso chi ha bisogno di noi. È fare come Maria: fidarsi, docili a Dio, anche senza capire cosa Egli farà. Fare Natale è fare come Giuseppe: alzarsi per realizzare ciò che Dio vuole, anche se non è secondo i nostri piani. San Giuseppe è sorprendente: nel Vangelo non parla mai: non c’è una parola, di Giuseppe, nel Vangelo; e il Signore gli parla nel silenzio, gli parla proprio nel sonno.

Natale è preferire la voce silenziosa di Dio ai frastuoni del consumismo. Se sapremo stare in silenzio davanti al presepe, Natale sarà anche per noi una sorpresa, non una cosa già vista. Stare in silenzio davanti al presepe: questo è l’invito, per Natale. Prenditi un po’ di tempo, vai davanti al presepe e stai in silenzio. E sentirai, vedrai la sorpresa. Purtroppo, però, si può sbagliare festa, e preferire alle novità del Cielo le solite cose della terra. Se Natale rimane solo una bella festa tradizionale, dove al centro ci siamo noi e non Lui, sarà un’occasione persa.

Per favore, non mondanizziamo il Natale! Non mettiamo da parte il Festeggiato, come allora, quando “venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto” (Gv 1,11).

Vi invito perciò, carissimi, ad accogliere e a festeggiare davvero il Festeggiato, così da riscoprire nuovamente, con commozione e gratitudine, le ragioni autentiche della nostra gioia e a comunicarle – con la nostra vita – ai parenti, agli amici, a tutte le persone che avremo modo di incontrare in questi giorni di festa. Ci potrà aiutare, in questo, anche la bella tradizione dell’allestimento del presepe, al cui significato e valore il Santo Padre ha voluto dedicare una Lettera (Admirabile signum), pubblicata domenica 1 dicembre e che vi suggerisco come testo di riflessione in preparazione al Natale.

Introducendola ai Frati di Greccio (Rieti), egli ha detto: «In questo segno, semplice e mirabile, del presepe, che la pietà popolare ha accolto e trasmesso di generazione in generazione, viene manifestato il grande mistero della nostra fede: Dio ci ama a tal punto da condividere la nostra umanità e la nostra vita. Non ci lascia mai soli; ci accompagna con la sua presenza nascosta, ma non invisibile. In ogni circostanza, nella gioia come nel dolore, Egli è l’Emmanuele, Dio con noi».

E, al termine della stessa Lettera, egli scrive: «Cari fratelli e sorelle, il presepe fa parte del dolce ed esigente processo di trasmissione della fede. A partire dall’infanzia e poi in ogni età della vita, ci educa a contemplare Gesù, a sentire l’amore di Dio per noi, a sentire e credere che Dio è con noi e noi siamo con Lui, tutti figli e fratelli grazie a quel Bambino Figlio di Dio e della Vergine Maria. E a sentire che in questo sta la felicità».

Cari amici, concludendo questi miei brevi pensieri – che ho inteso condividere con ciascuno di voi –  vi auguro di tutto cuore, insieme ai vostri cari, un sereno Natale vissuto nella gioia e nella fraternità, assicurandovi il ricordo nella mia preghiera e, in special modo, affidando le famiglie, gli anziani, gli ammalati, i “lontani da casa” e tutti i più poveri alla tenerezza misericordiosa del Signore che viene oggi, perché è già venuto!

Un abbraccio,

L’Arcivescovo Andrea

 

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06 Dic
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La Caritas al fianco dei fratelli albanesi colpiti dal terremoto

La Caritas di Salerno-Campagna-Acerno, accogliendo l’invito di Caritas Italiana, ha attivato i suoi canali per fronteggiare l’emergenza terremoto che ha colpito i nostri fratelli in Albania, organizzando una raccolta fondi per supportare gli aiuti in Albania, alla quale sono tutti invitati a partecipare, a partire dalle parrocchie, da sempre motrici e fulcro della solidarietà.

Si potrà aderire all’iniziativa a favore della popolazione albanese seguendo le indicazioni sul seguente comunicato: caritas salerno per Albania

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04 Dic
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Inaugurazione della XIV Mostra Interculturale Saveriana

Sabato 7 dicembre alle ore 16.30 presso il Tempio di Pomona si tiene, alla presenza dell’Arcivescovo Mons. Andrea Bellandi, l’inaugurazione della XIV Mostra Interculturale Saveriana dal titolo  “Tanti cuori 1 capanna” e dall’eloquente sottotitolo “dalla tradizione cristiana, un segno per l’educazione interculturale e interreligiosa.

La Mostra allestita dai Missionari Saveriani di Salerno, dall’Associazione Laici Saveriani ad gentes onlus, dall’Ufficio Diocesano Migrantes e dal Centro Missionario della Diocesi sarà fruibile fino al 22 dicembre con centinaia di presepi provenienti da tutto il mondo con le loro specifiche caratteristiche.

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04 Dic
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Le immagini del tradizionale omaggio floreale alla Madonna Immacolata

Domenica 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, l’Arcivescovo Mons. Andrea Bellandi ha presieduto l’annuale omaggio floreale alla statua della Madonna che si trova in piazza della Concordia.
In questo appuntamento particolarmente sentito dalla comunità salernitana, all’inizio delle feste natalizie, tutte le comunità parrocchiali di Salerno insieme ai loro parroci si sono ritrovate ai piedi della Vergine Maria per pregare per la città e rinnovare l’atto di affidamento alla madre di Gesù.

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29 Nov
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L’Arcidiocesi in edicola con Avvenire

Ecco lo speciale di domenica 1 dicembre dedicato alla nostra Metropolia.
In apertura  l’editoriale dell’arcivescovo Mons. Andrea Bellandi dal titolo “La sfida di comunicare la fede” che pubblichiamo di seguito:

 

clicca e scarica l’intero speciale su Salerno

 

 

 

 

 

Lo scrittore francese Georges Bernanos ebbe ad affermare che «la Chiesa cattolica ha sempre curato la liturgia e il linguaggio perché ha sempre saputo che quando si perde la battaglia delle parole si perde anche quella delle idee». La comunicazione per la Chiesa è strategica ed è connaturata con la sua stessa esistenza. La sua missione è “trasmettere” la fede creando per ogni uomo l’incontro salvifico con Gesù, un incontro che avviene all’interno di una comunità di credenti che continua, nell’oggi della contemporaneità, l’azione del Redentore.

Dunque la grande sfida della comunicazione ecclesiale, che passa attraverso i media e la loro rivoluzione ed evoluzione costante, sta nel sapiente uso dell’arte del comunicare. Diventa necessario usare i mezzi, e il linguaggio proprio di ciascuno di essi, senza che distorcano o manipolino il messaggio. In questo modo la forma diventa un tutt’uno con il contenuto e di conseguenza parte integrante del messaggio che giunge ai singoli e alle masse. Nel Messaggio del Santo Padre Francesco per la 53ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali è tuttavia contenuto un allarme verso una comunicazione che rischia di limitarsi a creare rapporti superficiali ed esclusivamente virtuali. È il rischio dei legami deboli che trasformano la finestra sul mondo, per esempio la rete internet, in una vetrina attraverso la quale esibire il proprio egoistico narcisismo.

Si giungerebbe in tal modo alla negazione ontologica dello strumento comunicativo, l’esatto contrario per cui esso sarebbe nato. È il Papa stesso che indica come superare il rischio e trasformarlo in opportunità, la soluzione è nella capacità di comprendersi come esseri che non possono prescindere dalla comunicazione autentica. «Tale capacità di comprensione e di comunicazione tra le persone umane – scrive Francesco – ha il suo fondamento nella comunione di amore tra le Persone divine. Dio non è solitudine, ma comunione; è amore, e perciò comunicazione, perché l’amore sempre comunica, anzi comunica se stesso per incontrare l’altro. Per comunicare con noi e per comunicarsi a noi Dio si adatta al nostro linguaggio, stabilendo nella storia un vero e proprio dialogo con l’umanità ». La differenza la fa ancora una volta l’uomo creatura di Dio. Se l’uomo, il presbitero, il fedele laico catechista o impegnato in prima persona in attività di corresponsabilità ecclesiale, si comprende come la manifestazione della gloria di Dio attraverso la propria piena realizzazione umana, allora diventa comunicazione vivente e dovrà solo abitarne i luoghi tecnologici per far arrivare anche ai lontani geograficamente la testimonianza della gioia vissuta in ogni istante dell’esistenza.

Chi vive, comunica.

*Andrea Bellandi, arcivescovo

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