Blog

01 Apr
0

“Forti nella tribolazione” il libro con preghiere e parole del Santo Padre

Il Santo Padre ha fatto pubblicare un volume digitale dal titolo “Forti nella tribolazione” che la casa editrice del Vaticano mette a disposizione di tutti, è scaricabile cliccando sulla seguente immagine:

Esso contiene preghiere, indicazioni liturgico-pastorali per vivere questo momento e le parole del Papa (omelie delle messe a Santa Marta e altri interventi di questi giorni). Il libro sarà costantemente aggiornato e dunque sarà possibile scaricarlo più volte per avere la versione con le ultime omelie.

Basta solo qualche click per poterlo scaricare in formato digitale aggiornato ricevendo così un compendio ausiliario per condividere, meditare e pregare assieme.

Scarica gratuitamente qui la copia del libro della LEV “Forti nella tribolazione”.

Leggi tutto
27 Mar
0

Papa Francesco prega per il mondo

E’ stato un momento davvero straordinario quello che ieri sera il mondo ha potuto vivere attraverso le immagini che giungevano da Roma e precisamente dall’atrio della Basilica di San Pietro con la piazza totalmente vuota.
L’immagine sofferente di Papa Francesco ha sicuramente commosso il mondo, ha commosso tanti cuori smarriti e disorientati che allo stesso tempo sono stati scossi e invitati ad un risveglio spirituale dalle parole nella meditazione con cui il Papa ha commentato il brano biblico della tempesta sedata.
Riportiamo di seguito il testo della Meditazione.

MOMENTO STRAORDINARIO DI PREGHIERA
IN TEMPO DI EPIDEMIA

PRESIEDUTO DAL SANTO PADRE

FRANCESCO

Sagrato della Basilica di San Pietro
Venerdì, 27 marzo 2020

[Multimedia]


 

MEDITAZIONE DEL SANTO PADRE

 

«Venuta la sera» (Mc 4,35). Così inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato. Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: «Siamo perduti» (v. 38), così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme.

È facile ritrovarci in questo racconto. Quello che risulta difficile è capire l’atteggiamento di Gesù. Mentre i discepoli sono naturalmente allarmati e disperati, Egli sta a poppa, proprio nella parte della barca che per prima va a fondo. E che cosa fa? Nonostante il trambusto, dorme sereno, fiducioso nel Padre – è l’unica volta in cui nel Vangelo vediamo Gesù che dorme –. Quando poi viene svegliato, dopo aver calmato il vento e le acque, si rivolge ai discepoli in tono di rimprovero: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (v. 40).

Cerchiamo di comprendere. In che cosa consiste la mancanza di fede dei discepoli, che si contrappone alla fiducia di Gesù? Essi non avevano smesso di credere in Lui, infatti lo invocano. Ma vediamo come lo invocano: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?» (v. 38). Non t’importa: pensano che Gesù si disinteressi di loro, che non si curi di loro. Tra di noi, nelle nostre famiglie, una delle cose che fa più male è quando ci sentiamo dire: “Non t’importa di me?”. È una frase che ferisce e scatena tempeste nel cuore. Avrà scosso anche Gesù. Perché a nessuno più che a Lui importa di noi. Infatti, una volta invocato, salva i suoi discepoli sfiduciati.

La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di “imballare” e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente “salvatrici”, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità.

Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli.

«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Signore, la tua Parola stasera ci colpisce e ci riguarda, tutti. In questo nostro mondo, che Tu ami più di noi, siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: “Svegliati Signore!”.

«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Signore, ci rivolgi un appello, un appello alla fede. Che non è tanto credere che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te. In questa Quaresima risuona il tuo appello urgente: “Convertitevi”, «ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2,12). Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri. E possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. È la forza operante dello Spirito riversata e plasmata in coraggiose e generose dedizioni. È la vita dello Spirito capace di riscattare, di valorizzare e di mostrare come le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo. Davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesù: «che tutti siano una cosa sola» (Gv 17,21). Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti. La preghiera e il servizio silenzioso: sono le nostre armi vincenti.

«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». L’inizio della fede è saperci bisognosi di salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli; da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai.

Il Signore ci interpella e, in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato a queste ore in cui tutto sembra naufragare. Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale. Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore. In mezzo all’isolamento nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose, ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: è risorto e vive accanto a noi. Il Signore ci interpella dalla sua croce a ritrovare la vita che ci attende, a guardare verso coloro che ci reclamano, a rafforzare, riconoscere e incentivare la grazia che ci abita. Non spegniamo la fiammella smorta (cfr Is 42,3), che mai si ammala, e lasciamo che riaccenda la speranza.

Abbracciare la sua croce significa trovare il coraggio di abbracciare tutte le contrarietà del tempo presente, abbandonando per un momento il nostro affanno di onnipotenza e di possesso per dare spazio alla creatività che solo lo Spirito è capace di suscitare. Significa trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, di solidarietà. Nella sua croce siamo stati salvati per accogliere la speranza e lasciare che sia essa a rafforzare e sostenere tutte le misure e le strade possibili che ci possono aiutare a custodirci e custodire. Abbracciare il Signore per abbracciare la speranza: ecco la forza della fede, che libera dalla paura e dà speranza.

«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Cari fratelli e sorelle, da questo luogo, che racconta la fede rocciosa di Pietro, stasera vorrei affidarvi tutti al Signore, per l’intercessione della Madonna, salute del suo popolo, stella del mare in tempesta. Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su di voi, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori. Ci chiedi di non avere paura. Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta. Ripeti ancora: «Voi non abbiate paura» (Mt 28,5). E noi, insieme a Pietro, “gettiamo in Te ogni preoccupazione, perché Tu hai cura di noi” (cfr 1 Pt 5,7).

Leggi tutto
25 Mar
0

Disposizioni per le Celebrazioni della Settimana Santa

La Congregazione per il “Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti” ha emanato un Decreto circa la prassi da adottare nelle Celebrazioni Liturgiche della Domenica delle Palme e del Triduo Santo.

A questo Decreto ha fatto eco la pubblicazione degli “Orientamenti per la Settimana Santa” da parte della Conferenza Episcopale Italiana che tiene conto di quanto emenato dalla Congregazione per le Celebrazioni della Settimana Santa in questo tempo di pandemia.

Il tutto è stato accompagnato da una lettera del nostro Arcivescovo Andrea che esorta tutti ad attenersi rigorosamente a quanto indicato dai documenti ufficiali.

Tutte le disposizioni sono state infine raccolte, dallo stesso Arcivescovo, in un documento finale che contiene gli orientamenti pratici e liturgici per le Celebrazioni della Settimana Santa nella nostra Arcidiocesi di Salerno – Campagna – Acerno.

In allegato possiamo scaricare i documenti citati:

 

1 Decreto: In tempo di Covid-19 (I parte) [19 marzo]

1 Decreto: In tempo di Covid-19 (II parte) [25 marzo]

1 Orientamenti per la Settimana Santa (CEI) [25 marzo]

1 Lettera del nostro Arcivescovo [25 marzo]

1 Calendario Celebrazioni Settimana Santa presiedute dal Santo Padre [27 marzo]

1 Disposizioni dell’Arcivescivo Bellandi per le Celebrazioni della Settimana Santa 2020 [30 marzo]

1 Lettera dell’Arcivescivo Bellandi all’Arcidiocesi [2 aprile]

 

 


Celebrazioni del Santo Padre

Il Santo Padre celebrerà i Riti della Settimana Santa all’Altare della Cattedra, nella Basilica di San Pietro, secondo il seguente calendario e senza concorso di popolo:

5 aprile 2020 ore 11.00: Domenica delle Palme e della Passione del Signore
                                          Commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme e Santa Messa

9 aprile 2020 ore 18.00: Giovedì Santo – Santa Messa nella Cena del Signore

10 aprile 2020  ore 18.00: Venerdì Santo – Celebrazione della Passione del Signore
                           ore 21.00: Via Crucis (sul Sagrato della Basilica di San Pietro)

11 aprile 2020 ore 21.00: Sabato Santo – Veglia pasquale nella notte santa

12 aprile 2020 ore 11.00: Domenica di Pasqua – Risurrezione del Signore

 


Celebrazioni dell’Arcivescovo

L’Arcivescovo celebrerà i Riti della Settimana Santa nella Cattedrale di Salerno

5 aprile 2020 ore 10.00: Domenica delle Palme e della Passione del Signore
                                          Commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme e Santa Messa

9 aprile 2020 ore 19.00: Giovedì Santo – Santa Messa nella Cena del Signore

10 aprile 2020  ore 19.00: Venerdì Santo – Celebrazione della Passione del Signore

11 aprile 2020 ore 22.30: Sabato Santo – Veglia pasquale nella notte santa

12 aprile 2020 ore 10.00: Domenica di Pasqua – Risurrezione del Signore

 

Si invitano le parrocchie ad evitare di trasmettere funzioni liturgiche in orari coincidenti con le celebrazioni del Santo Padre (Media della CEI – a partire da TV2000 e dal Circuito radiofonico InBlu – copriranno le celebrazioni presiedute dal Papa).

 

L’Arcivescovo
+ Andrea Bellandi

Leggi tutto
25 Mar
0

Pregare in famiglia nella Domenica delle Palme

Il Sussidio “Pregare in famiglia, Chiesa domestica, nella Domenica delle Palme e della Passione Signore”, redatto dall’Ufficio Liturgico dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno.

 

Leggi tutto
23 Mar
0

Covid-19: servizio di sostegno psicologico della Caritas

La  Caritas Diocesana Salerno-Campagna-Acerno non si ferma di fronte all’emergenza e attiva un Nuovo Servizio di Ascolto e Supporto Psicologico per tutti coloro che stanno vivendo la quarantena, per chi assiste persone in stato di fragilità e per chi vede la propria attività lavorativa fermarsi.

Si tratta di un servizio di supporto psicologico telefonico, rivolto a tutte le persone che in questo momento hanno bisogno di aiuto per ritrovare la calma e la speranza.

Il servizio sarà attivo dal lunedì al sabato con i seguenti orari

9,00 – 13,00 e 16,00 – 20,00.

Per accedere al servizio basta inviare una e-mail all’indirizzo ascoltopsicologicocaritas@gmail.com  specificando nome, cognome e numero telefonico e sarete contattati dalle psicologhe, oppure è possibile contattare direttamente:

–            Dott.sa De Sio Paola                  348-5188303

–            Dott.sa  Marra Francesca            329-1685558

–            Dott.sa Roberto Rosaria             robrosaria@libero.it

 

C.S. Covid 19 il servizio di sostegno psicologico della Caritas

Leggi tutto
20 Mar
0

Coronavirus. Indulgenza plenaria e indicazioni per la confessione

Indulgenza plenaria ai fedeli malati di Coronavirus, agli operatori sanitari, ai familiari e a tutti coloro che, anche con la preghiera, si prendono cura di essi. Lo stabilisce un Decreto della Penitenzieria apostolica firmato dal cardinale penitenziere maggiore Mauro Piacenza e dal reggente, monsignor Krzysztof Nykiel.
In un momento in cui l’intera umanità è “minacciata da un morbo invisibile e insidioso che ormai da tempo è entrato prepotentemente a far parte della vita di tutti”, la Chiesa concede l’Indulgenza plenaria ai “fedeli affetti da Coronavirus, sottoposti a regime di quarantena per disposizione dell’autorità sanitaria negli ospedali o nelle proprie abitazioni se, con l’animo distaccato da qualsiasi peccato, si uniranno spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione alla celebrazione della Santa Messa, alla recita del Santo Rosario, alla pia pratica della Via Crucis o ad altre forme di devozione, o se almeno reciteranno il Credo, il Padre Nostro e una pia invocazione alla Beata Vergine Maria, offrendo questa prova in spirito di fede in Dio e di carità verso i fratelli, con la volontà di adempiere le solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), non appena sarà loro possibile”.
“Alle stesse condizioni” la possono ottenere “gli operatori sanitari, i familiari e quanti, sull’esempio del Buon Samaritano, esponendosi al rischio di contagio, assistono i malati di Coronavirus”.
Anche i fedeli che “offrano la visita al Santissimo Sacramento, o l’adorazione eucaristica, o la lettura delle Sacre Scritture per almeno mezz’ora, o la recita del Santo Rosario, o il pio esercizio della Via Crucis, o la recita della Coroncina della Divina Misericordia, per implorare da Dio Onnipotente la cessazione dell’epidemia, il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna di quanti il Signore ha chiamato a sé” possono lucrare ugualmente l’Indulgenza plenaria.
L’indulgenza plenaria può essere ottenuta anche dal fedele che in punto di morte si trovasse nell’impossibilità di ricevere il sacramento dell’Unzione degli infermi e del Viatico: in questo caso si raccomanda l’uso del crocifisso o della croce.

Con una Nota della Penitenzieria apostolica fornisce alcuni chiarimenti sulla Confessione, si sottoline che “nella presente emergenza pandemica” spetta “al Vescovo diocesano indicare a sacerdoti e penitenti le prudenti attenzioni da adottare nella celebrazione individuale della riconciliazione sacramentale, quali la celebrazione in luogo areato esterno al confessionale, l’adozione di una distanza conveniente, il ricorso a mascherine protettive, ferma restando l’assoluta attenzione alla salvaguardia del sigillo sacramentale ed alla necessaria discrezione”.

Inoltre per “la gravità delle attuali circostanze” e “soprattutto nei luoghi maggiormente interessati dal contagio pandemico e fino a quando il fenomeno non rientrerà”, è possibile impartire “l’assoluzione collettiva”, cioè a più fedeli insieme, “senza la previa confessione individuale”. In questo caso, “il sacerdote è tenuto a preavvertire, entro i limiti del possibile, il Vescovo diocesano o, se non potesse, ad informarlo quanto prima”. Spetta infatti sempre al Vescovo diocesano stabilire “i casi di grave necessità nei quali sia lecito impartire l’assoluzione collettiva: ad esempio – elenca la Nota –  all’ingresso dei reparti ospedalieri, ove si trovino ricoverati i fedeli contagiati in pericolo di morte, adoperando nei limiti del possibile e con le opportune precauzioni i mezzi di amplificazione della voce, perché l’assoluzione sia udita”.
In questa situazione di emergenza, la Penitenzieria apostolica chiede di valutare “la necessità e l’opportunità di costituire, laddove necessario, in accordo con le autorità sanitarie, gruppi di cappellani ospedalieri straordinari, anche su base volontaria e nel rispetto delle norme di tutela dal contagio, per garantire la necessaria assistenza spirituale ai malati e ai morenti”.
Laddove invece “i singoli fedeli si trovassero nella dolorosa impossibilità di ricevere l’assoluzione sacramentale”, si ricorda che “la contrizione perfetta, proveniente dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa, espressa da una sincera richiesta di perdono (quella che al momento il penitente è in grado di esprimere) e accompagnata dal votum confessionis, vale a dire dalla ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale, ottiene il perdono dei peccati, anche mortali”, come indicato dal Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 1452)”.

“Mai come in questo tempo – conclude la Nota – la Chiesa sperimenta la forza della comunione dei santi, innalza al suo Signore Crocifisso e Risorto voti e preghiere, in particolare il Sacrificio della Santa Messa, quotidianamente celebrato, anche senza popolo, dai sacerdoti.


Precisazioni del Vescovo sui Documenti della Penitenzeria Apostolica

Carissimi,

In merito ai due documenti della Penitenzieria Apostolica appena pubblicati (il Decreto circa la concessione di speciali Indulgenze ai fedeli e la Nota circa il Sacramento della Riconciliazione nell’attuale situazione di pandemia), mi preme evidenziare quanto segue:

  1. Le condizioni della ricezione dell’Indulgenza plenaria ai fedeli affetti da Coronavirus, agli operatori sanitari, ai familiari e a quanti assistono i malati di Coronavirus, sono chiare: “se, con l’animo distaccato da qualsiasi peccato, si uniranno spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione alla celebrazione della Santa Messa, alla recita del Santo Rosario, alla pia pratica della Via Crucis o ad altre forme di devozione, o se almeno reciteranno il Credo, il Padre Nostro e una pia invocazione alla Beata Vergine Maria, offrendo questa prova in spirito di fede in Dio e di carità verso i fratelli, con la volontà di adempiere le solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), non appena sarà loro possibile”.
  2. Ugualmente è concessa “alle medesime condizioni l’Indulgenza plenaria in occasione dell’attuale epidemia mondiale, anche a quei fedeli che offrano la visita al Santissimo Sacramento, o l’adorazione eucaristica [ma questo vale, all’interno del nostro territorio diocesano, esclusivamente per i sacerdoti o per i religiosi/e che possono accedere al Santissimo nelle Chiese] o la lettura delle Sacre Scritture per almeno mezz’ora, o la recita del Santo Rosario, o il pio esercizio della Via Crucis, o la recita della Coroncina della Divina Misericordia, per implorare da Dio Onnipotente la cessazione dell’epidemia, il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna di quanti il Signore ha chiamato a sé”.
  3. Inoltre, la Chiesa – per chi si trovasse nell’impossibilità di ricevere il sacramento dell’Unzione degli infermi e del Viatico – “concede al fedele l’Indulgenza plenaria in punto di morte, purché sia debitamente disposto e abbia recitato abitualmente durante la vita qualche preghiera”. Per il conseguimento di tale indulgenza è raccomandabile l’uso del crocifisso o della croce.
  4. Riguardo alla Nota circa il Sacramento della Riconciliazione, non ritengo sussista al momento, nel nostro territorio, quel livello di contagio pandemico che giustifichi l’adozione della prassi eccezionale dell’assoluzione collettiva. Tale facoltà è tuttavia concessa ai cappellani ospedalieri, per quei reparti “ove si trovino ricoverati i fedeli contagiati in pericolo di morte, adoperando nei limiti del possibile e con le opportune precauzioni i mezzi di amplificazione della voce, perché l’assoluzione sia udita”.
  5. Invito piuttosto a far conoscere a tutti i nostri fedeli, impossibilitati ad accedere alla confessione e assoluzione sacramentale, il valore efficace della contrizione perfetta, “espressa da una sincera richiesta di perdono (quella che al momento il penitente è in grado di esprimere) e accompagnata dal votum confessionis, vale a dire dalla ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale, ottiene il perdono dei peccati, anche mortali (cf. CCC, n. 1452).
  6. Rimangono ovviamente senza alcun valore (ma anche espressamente proibite) – e non dovrebbe essere necessario ricordarlo…– altre forme di confessione/assoluzione “a distanza”, tramite telefono, videochiamata o quant’altro.

page1image3239576000page1image3239576272page1image3239576544

Riprendo, infine, quanto Papa Francesco ha richiamato stamani durante l’omelia della Messa a Santa Marta, di cui riporto alcuni passaggi:
«Io so che tanti di voi, per Pasqua andate a fare la confessione per ritrovarvi con Dio. Ma, tanti mi
diranno oggi: “Ma, padre, dove posso trovare un sacerdote, un confessore, perché non si può uscire da casa? E io voglio fare la pace con il Signore, io voglio che Lui mi abbracci, che il mio papà mi abbracci… Come posso fare se non trovo sacerdoti?” Tu fai quello che dice il Catechismo».

«È molto chiaro: se tu non trovi un sacerdote per confessarti – ha spiegato il Pontefice – parla con Dio, è tuo Padre, e digli la verità: “Signore ho combinato questo, questo, questo… Scusami”, e chiedigli perdono con tutto il cuore, con l’Atto di Dolore e promettigli: “Dopo mi confesserò, ma perdonami adesso”. E subito, tornerai alla grazia di Dio. Tu stesso puoi avvicinarti, come ci insegna il Catechismo, al perdono di Dio

senza avere alla mano un sacerdote. Pensate voi: è il momento! E questo è il momento giusto, il momento opportuno. Un Atto di Dolore ben fatto, e così la nostra anima diventerà bianca come la neve».
Papa Francesco si riferisce qui ai numeri 1451-1452 del Catechismo della Chiesa Cattolica. Dunque, in attesa di poter ricevere l’assoluzione da un sacerdote non appena le circostanze lo permetteranno, è possibile con questo atto essere subito perdonati. Anche questo era già affermato dal Concilio di Trento, nel capitolo 4 della Doctrina de sacramento Paenitentiae, dove si afferma che la contrizione accompagnata dal proposito di confessarsi «riconcilia l’uomo con Dio, già prima che questo sacramento realmente sia ricevuto».

L’Arcivescovo Andrea (Salerno 20-3-2020)

 

Leggi tutto
19 Mar
0

Lettera per i catechisti e orientamenti per il cammino dei catecumeni

Segnaliamo una Lettera per i catechisti, preparata dalla Consulta dell’Ufficio Catechistico nazionale, per accompagnare e sostenere quanti sono impegnati nella formazione della vita cristiana: nella sua essenzialità, offre indicazioni per l’annuncio anche fra le limitazioni e le privazioni di questo tempo. (vedi il link in fondo alla pagina)

Un secondo testo, preparato dal Settore per il Catecumenato dell’UCN, presenta alcuni orientamenti per il cammino dei catecumeni: accanto alle proposte per l’itinerario, anche il suggerimento circa il differimento della celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana. (vedi il link in fondo alla pagina) 

Infine, si segnala – a partire dal 23 marzo – l’inaugurazione di una striscia quotidiana (dal lunedì al sabato) su Tv2000, alle 12.30 (replica alle 17.30): si intitola Caro Gesù. Insieme ai bambini. Da un’idea di Vincenzo Morgante, curato da Monica Mondo, in collaborazione con l’Ufficio Catechistico della Cei.

Di seguito i file

Leggi tutto
19 Mar
0

Il Signore ha chiamato a Sè il nostro caro don Alessandro Brignone

Carissimi, nella solennità del Suo padre putativo Giuseppe, misteriosamente il Signore ha chiamato a Sè il nostro caro don Alessandro.
Ricoverato nell’ospedale di Polla, egli non ha superato la notte. Con grande dolore, ma nella fede suscitata da Colui che è risorto, lo ricorderemo tutti oggi particolarmente nella S. Messa.

Non sono ancora noti i particolari delle esequie, che ovviamente dovranno avvenire, come sempre in questo tempo, in forma strettamente privata.
Coraggio: il Signore, la Madonna e San Giuseppe ci aiuteranno a vivere e superare questa drammatica e misteriosa circostanza di prova.

Il vostro Arcivescovo Andrea

 


 

Nato a Salerno il 9 maggio 1974, ordinato sacerdote 1° luglio 2006 nella Cattedrale di Salerno dall’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno Monsignor Gerardo Pierro, dopo la consacrazione presbiterale, fu dapprima nominato Vicario parrocchiale della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria (Salerno), sua Parrocchia di origine. Nel dicembre 2009 divenne Vicario parrocchiale della Parrocchia Santi Martino, Leone e Nicola in S. Maria a Vico di Giffoni Valle Piana. Dal 1° settembre 2011 fu mandato come amministratore parrocchiale della Parrocchia S. Spirito in Salvitelle per poi diventare, nell’agosto 2011, Parroco delle Parrocchie S. Maria dei Greci in S. Antonio e SS. Salvatore e S. Caterina ambedue nel Comune di Caggiano.
Risultato positivo al Covid19, è deceduto il 19 marzo 2020 presso l’ospedale “Curto” di Polla (SA) dove era stato ricoverato d’urgenza per problemi respiratori.

Leggi tutto
17 Mar
0

Festa di San Giuseppe 2020

19 Marzo ore 10 il nostro Arcivescovo Andrea celebrerà in diretta streaming dalla Cattedrale di Salerno la Messa in onore di San Giuseppe. Sarà possibile seguirla direttamente su TELE DIOCESI (canale 73) oppure dal Canale YouTube di Tele Diocesi “Tds television” oppure attraverso il link sulla HOME del nostro sito diocesano www.diocesisalerno.it

 

La Cei ha predisposto il sussidio per la preghiera del Santo Rosario, proposta alle 21.00 di giovedì 19 marzo, solennità di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia e Patrono di tutta la Chiesa.

In questa situa
zione di emergenza sanitaria, la Chiesa che vive in Italia innalza quotidianamente la sua preghiera al Signore: l’appuntamento di giovedì acquista un significato simbolico di supplica che nella fede unisce l’intera nazione italiana

L’invito è rivolto ad ogni battezzato, ad ogni famiglia, ad ogni comunità religiosa, unito alla proposta di esporre alla finestra delle case un piccolo drappo bianco o una candela accesa.

Sussidio Rosario

 

 

Leggi tutto
14 Mar
0

Messe e Preghiere in TV

                                                                                                        

 

 

 

Partecipare alla S. Messa attraverso la TV
e la Comunione Spirituale

 

Ogni giorno è possibile partecipare alla Messa attraverso i canali televisivi e mediatici sopra elencati o magari anche attraverso altri canali che non sono stati elencati o attraverso dirette in streaming di Sante Mese celebrate da Sacerdoti di nostra conoscenza!
Al momento della Comunione, non potendola ricevere sacramentalmente, la Chiesa ci incoraggia a compiere un atto di “Comunione spirituale”, in cui ci uniamo a Dio attraverso la preghiera. È un modo splendido per esprimere a Dio il nostro desiderio di essere uniti a Lui quando non riusciamo a completare quell’unione ricevendo la Santa Comunione.
Per completezza dell’esposizione precisiamo che la Comunione Spirituale può essere anche invocata in un momento di Preghiera e anche più volte al giorno e non è legata necessariaemente alla partecipazione alla S. Messa in TV o dal vivo in Chiesa.

 

Gesù mio, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento.
Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’ anima mia.
Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.
Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a te;
non permettere che mi abbia mai a separare da te. Amen.

 


 

Messe e Preghiere in TV

Elenchiamo di seguito le emittenti televisive con i loro palinsesti dedicati alle Celebrazioni delle Messe
e alla Preghiere come ad esempio la Liturgia delle Ore o il Santo Rosario

 

Feriali
5.00 – Rosario – TV 2000 (canale 28)
6.30 – Rosario – Tele Pace (canale 187)
6.50 – Rosario – TV 2000 (canale 28)
7.00 – Lodi – Tele Padre Pio (canale 145)
7.00 – Santa Messa Papa Francesco – TV 2000 (can 28)
7.30 – Santa Messa – Tele Padre Pio (canale 145)
7.30 – Santa Messa – Tele Pace (canale 187)
8.00 – Lodi – Tele Pace (canale 187)
8.30 – Santa Messa – TV 2000 (canale 28)
9.00 – Santa Messa – Tele Pace (canale 187)
11.00 – Rosario – Tele Padre Pio (canale 145)
11.30 – Santa Messa – Tele Padre Pio (canale 145)
13.00 – Rosario – Tele Padre Pio (canale 145)
15.00 – Coroncina – TV 2000 (canale 28)
16.00 – Rosario – Tele Pace (canale 187)
17.30 – Rosario – Tele Padre Pio (canale 145)
18.00 – Santa Messa – Tele Padre Pio (canale 145)
18.00 – Rosario – TV 2000 (canale 28)
18.50 – Vespri – Tele Padre Pio (canale 145)
19.00 – Santa Messa – TV 2000 (canale 28)
19.30 – Rosario – Tele Pace (canale 187)
20.00 – Rosario – TV 2000 (canale 28)
20.45 – Rosario – Tele Padre Pio (canale 145)
21.25 – Compieta – Tele Padre Pio (canale 145)
23.40 – Compieta – TV 2000 (canale 28)


Domenica e Festivi
7.30 – Santa Messa – Tele Padre Pio (canale 145)
8.30 – Santa Messa – Tv2000
10.00 – Santa Messa – Rete 4
11.00 – Santa Messa – RAI 1
11.30 – Santa Messa – Tele Padre Pio (canale 145)
18.00 – Santa Messa – Tele Padre Pio (canale 145)

Leggi tutto