Articolo pubblicato sabato 27 settembre su “Il Mattino” di Giuseppe Pecorelli
Si chiama “Professione inclusione” il progetto al quale l’Ufficio “Catechesi e disabilità” dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, di cui è responsabile la dottoressa Maria Cirillo, darà inizio, dal prossimo 1° ottobre, in cinque istituti d’istruzione superiore secondaria di Salerno: il Liceo classico “Torquato Tasso”, l’Istituto professionale “Roberto Virtuoso”, l’Istituto d’istruzione superiore “Giovanni XXIII”, il Liceo “Alfano I” e l’Istituto d’istruzione superiore “Basilio Focaccia”. Ad annunciarlo ieri è l’arcivescovo Andrea Bellandi nel rispondere alle domande della portavoce dell’arcidiocesi, Marilia Parente, nella consueta video-intervista dell’ultimo venerdì del mese.
Il presule si dice «entusiasta di questo progetto che, in modo concreto, cerca di creare una cultura dell’accoglienza e del rispetto della dignità di ogni persona e anche particolarmente delle persone che hanno qualche disabilità». A maggio scorso la Conferenza episcopale campana, e nello specifico l’equipe dell’Ufficio catechistico regionale, diretto dalla responsabile, la dottoressa Fernanda Cerrato, aveva pubblicato le linee guida per la catechesi alle persone con disabilità e i vescovi, nei loro rispettivi territori, hanno cominciato a rendere concreto quel documento con molteplici iniziative.
Il progetto, che ha come obiettivo far conoscere a tutti gli studenti le reali problematiche di una disabilità e permettere, attraverso l’educazione, l’inclusione di tutti a prescindere da ogni possibile condizione, è uno strumento utile anche a evitare episodi di bullismo. «Come spesso ripeto – prosegue monsignor Bellandi – tutti noi abbiamo delle disabilità. Certo alcuni ragazzi ne soffrono più fortemente. Bisogna cominciare, già dal tempo scolastico, a far sì che i compagni di classe capiscano il valore di accogliere e di rapportarsi a questi loro compagni tenendo conto di alcuni processi, di alcuni atteggiamenti che possono essere d’aiuto. Aiutare i ragazzi a conoscere meglio questa problematica è fondamentale.»
Così come lo è capire che veramente la scuola è una palestra di educazione. La prima educazione è riconoscere che ognuno porta in sé una ricchezza, un valore, anche con i propri limiti, con le proprie debolezze. Non c’è possibilità di crescita e di maturità umana che non parta dal riconoscimento dell’altro che va rispettato, accolto e sostenuto. Sono iniziative del genere a fare bene alla scuola e giustamente le scuole che si fanno carico di questo progetto pilota stanno accogliendo la nostra proposta con entusiasmo». “Professione inclusione” non è il primo progetto realizzato dall’Ufficio “Catechesi e disabilità”. A febbraio scorso, l’oratorio della parrocchia di Santa Croce e San Felice, a Torrione, ha concretizzato un progetto di “attività oratoriale inclusiva” proponendo, con la collaborazione dell’Ufficio diocesano, tre laboratori – di danza, musica e sport – pensati per favorire l’integrazione sociale ed emotiva dei partecipanti e dei loro accompagnatori.
