I Vescovi e Pastori delle Chiese locali della Campania ancora una volta vogliono far sentire la voce di quanti vivono quotidianamente il disagio e la sofferenza per il perdurare di una crisi economica che provoca difficoltà, angoscia, avvilimento e sfiducia.

 

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Matrimonio, famiglia e registri: il cardinale Sepe e i vescovi della Campania

 

Come Vescovi e Pastori delle Chiese locali della Campania ancora una volta vogliamo far sentire la voce di quanti vivono quotidianamente il disagio e la sofferenza per il perdurare di una crisi economica che provoca difficoltà, angoscia, avvilimento e sfiducia.

Cresce la povertà, quella ostentata e quella vissuta, con dignità e pudore, nel segreto della propria abitazione. Il numero e il livello sociale di quanti, ogni giorno, bussano alle porte delle parrocchie o delle mense Caritas danno la cifra di quanto preoccupante sia la realtà nella quale si ritrovano tante persone. La mancanza di reddito e di lavoro mina la coesione ed anche la sopravvivenza di tante famiglie che, in non pochi casi, non riescono a sfamare, a curare e a mandare a scuola i figli.

Di fronte all’indebolimento e alla precaria tenuta della famiglia, fondamento della società umana, ci si aspetterebbe una responsabile presa di coscienza da parte degli amministratori pubblici e della classe dirigente, una sinergia operativa tra le diverse componenti della comunità, iniziative e progetti volti a determinare una inversione di tendenza, concrete prospettive di futuro per i nostri giovani.

Viceversa, nei nostri territori, ci ritroviamo aumento delle tasse e riduzione dei servizi. E per le famiglie ci sono soltanto fumose dichiarazioni di intenti, anzi alcuni Comuni, quasi per distogliere i cittadini dalle inefficienze e dai problemi reali della comunità, si lasciano andare a fantasiose trovate con la irrituale registrazione di matrimoni che non hanno alcuna copertura di legge ma esprimono soltanto la volontà delle persone interessate, le cui scelte affettive e i cui sentimenti non vanno strumentalizzati bensì seriamente rispettati, sempre nell’ambito del nostro ordinamento giuridico.

Come Vescovi della Campania abbiamo il dovere di sottolineare queste cose proprio a tutela dei diritti di tutti e dello stesso istituto familiare, riconoscendoci pienamente nella nota diffusa dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana, che qui di seguito viene richiamata.

La notizia della trascrizione di matrimoni tra persone dello stesso sesso, avvenuti all’estero, sorprende perché oltre a non essere in linea con il nostro sistema giuridico suggerisce una equivalenza tra il matrimonio ed altre forme che ad esso vengono impropriamente collegate. Una tale arbitraria presunzione non è accettabile. L’augurio è che il rispetto delle persone individuali sia sempre salvaguardato nelle loro legittime attese e nei loro bisogni, senza mai prevaricare il dato della famiglia. La sua originalità non può essere diluita, se ci sta veramente a cuore il “bene comune” che è la differenza dei generi e delle generazioni. In una parola, se ci preme la famiglia.

Del resto, l’esperienza del Sinodo, che ha suscitato un crescente interesse dentro e fuori la Chiesa, è stata proprio quella di aver ridato evidenza alla famiglia. La sua bellezza che nasce dall’incontro di un uomo e una donna e si apre al dono dei figli, in virtù di un legame indissolubile, è ancora tra i desideri più autentici dei giovani in ogni parte del mondo.

Non è mancato, peraltro, l’ascolto per le ferite della famiglia: le crisi matrimoniali, le fatiche dei figli, le difficoltà economiche, fino alla violenza che subiscono le donne. E, su tutto, è stato chiaro che la Chiesa è “una casa con la porta sempre aperta nell’accoglienza senza escludere nessuno…”. Per questo occorre farsi “carico delle lacerazioni interiori e sociali delle coppie e delle famiglie”.

 

1 dicembre 2014