NOSCHESE Mons. Oreste
Ordinazione Sacerdotale: 22 Dicembre 1923
Deceduto il 18 Maggio 1973
NECROLOGIO
Il 18 maggio 1973 si è spento serenamete Monsignor Oreste Noschese, Canonico Primicerio del Capitolo Metropolitano. Nato a S. Cipriano Picentino il 18 luglio 1900, era entrato in Seminario, dopo aver completato gli studi liceali. Laureato in Teologia al Seminario Campano e in Filosofia all’Angelicum di Roma, fu ordinato sacerdote il 22 dicembre 1923.
Da giovane sacerdote fu Cappellano delle carceri e insegnante di musica e di canto nel Seminario Arcivescovile. Mansionario della Cattedrale, fu eletto Canonico-parroco nel 1939. Monsignor Monterisi, apprezzando le sue doti di sacerdote, lo chiamò a reggere il Seminario Arcivesocile nel settembre del 1943, dove restò per 12 anni e dove lasciò un’impronta di saggetta, di paternità e di zelo.
Dinamico Direttore diocesano delle Opere missionarie per oltre un trentennio, Rettore della Chiesa di S. Rita e curatore dei ritiri agli operai, fu promosso Primicerio del Capitolo nel 1970.
Le solenni esequie si sono svolte in Duomo, con la partecipazione di molti sacerdoti e parroci, del Seminario Arcivescovile, di una rappresentanza della Giunta e del Consiglio comunale e di numerosa folla. Monsignor Arcivescovo ha presieduto una solenne Concelebrazione e dopo la promclamazione del Vangelo, il Rettore del Seminario Arcivesocvile, Can. Berniero Carucci, ha ricordato il compianto Primierio mattendo in evidenza che “la morte è sempre triste, anche se è nel bacio del Signore, anceh se la speranza sempre viva nel cuore del cristiano, ci rende quasi la certezza del premio eterno dato dal Signore a chi lo servì come figlio e ministro fedele. Nella vita di ministero Monsignor Noschese si distinse per un particolare equilibrio che contemperò tutto, sempre lo portò ad essere previdente, sererno, paternamente condiscendente, disposto al compatimento e alla solidarietà, al sacrificio dei propri punti di vista e all’adesione generosa al pensiero degli altri; sempre che potesse trionfare il bene delle anime, l’onore di dio e la carità verso i fratelli”.
“L’azione catechistica, i rami d’Azione Cattolica, le opere assistenziali furono, in quanto parroco del Duomo, tra le attività che maggiormete gli stettero a cuore: specialmente l’apostolato tra i fanciulli, che ad un occhio superficiale può apparire anceh facile, data la bontà costituzionale di essi, mentre di fatto richiede un senso di tatto, di bontà e di delicatezza,c he può avere solo chi ha profond nle cuore la vocazione a partecipare con generosa abnegazione alla divina paternità dell’Altissimo”. “E fu davvero oculus videns: vigilante sulle anime, senza far pesare, però, questa sua attenzione, che si risolveva in uno zelo di santità. Auris audiens: ascoltava tutti, fuori e dentro il confessionale, portando ad ognuno un parere o un consiglio espresso costantemente con discrezione e prudenza. Mens cogitans: appunto questa prudenza lo induceva alla riflessione, cosicché quanto diceva non era furtto di impulsività, ma di meditata saggezza. Cor diligens: coloro che l’accostarono avvertivano in Lui un calore affettivo, che veniva dal suo cuore paterno, un affetto che andava oltre le stesse persone che avvicinava, perché il suo zelo specialmente per il Seminario e le Missioni resterà come esempio per quanti nell’avvenire avranno la responsabilità di dare sacerdoti santi alla Chiesa e di organizzare la partecipazione di ogni cristiano all’opera redentiva di Cristo”.