Il Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile pubblica le schede per accompagnare i giovani nel loro cammino formativo verso l’Avvento. Si tratta di un percorso di accompagnamento e dal Pastorale viene presentato nel seguente modo:

“Il deserto fiorirà”. È questa l’immagine che ci viene suggerita, per un rinnovato percorso pastorale in questo tempo particolare, da innestare nella nostra mente e di far maturare nel nostro cuore.

Come pastorale che si interroga su come accompagnare i giovani nel loro cammino formativo, anche noi desideriamo far nostra questa opportunità di riflettere e operare in questo periodo, oggettivamente faticoso, ma particolarmente propizio, in cui come il seme piantato dall’agricoltore, che nel tempo, con le dovute condizioni e la forza vitale insita nella sua natura, nasce, cresce, fiorisce per dare frutti buoni.

L’icona del cammino del popolo, descritta in Dt 8, in cui fa esperienza del limite e dell’appartenenza (deserto), della provvidenza di Dio nella sua fedeltà (manna), e della realizzazione di quanto sperato (la terra promessa); è la cartina tornasole su cui abbiamo deciso di impostare le schede formative.

Ogni scheda avrà un obiettivo ben specifico, una chiave di lettura (SOGNO, DONO, CUSTODIA, CORAGGIO) con lo scopo di tessere un personale mosaico che aiuti a comprendere una particolare attitudine del proprio essere. Il compito dell’educatore sarà quello di aiutare il singolo e il gruppo ad inserite “la chiave di lettura” nello svolgimento di queste tre fasi:

  • Deserto: occasione importante per ritagliarsi un personale silenzio, su cui poter riflettere alla luce della Parola, lo stato effettivo in cui mi trovo a vivere il presente.
  • Manna: il nutrimento, quello concreto! Occasione per scoprire che una strada precisa è possibile intraprenderla per realizzare ciò che mi viene suggerito dallo Spirito.
  • Terra Promessa: il luogo dove mi colloco, dove attraverso la mia umanità incontro la promessa che da sempre è desiderata per me. La scelta di vivere la mia vita e far si che diventi “la promessa” dove si realizza l’incontro con me, con Dio in me, con gli altri in Dio.