Lettera della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ai Vescovi sul pane e il vino per l’Eucaristia, 08.07.2017
Il documento esorta a “vigilare sulla qualità del pane e del vino destinati all’Eucaristia” e su coloro che li preparano, dando alcune indicazioni pratiche.
Infatti, “mentre finora sono state, in genere, alcune comunità religiose a prendersi cura di confezionare il pane e il vino per la celebrazione dell’Eucarestia, oggi – si legge nel testo – questi si vendono anche nei supermercati, in altri negozi e tramite internet. Per non lasciare dubbi circa la validità della materia eucaristica” il Dicastero suggerisce ai vescovi “di dare indicazioni in merito, ad esempio garantendo la materia eucaristica mediante appositi certificati”.
Anzitutto si ricorda che “il pane utilizzato nella celebrazione” deve essere “azzimo, esclusivamente di frumento e preparato di recente, in modo che non ci sia alcun rischio di decomposizione”. “È un grave abuso introdurre nella confezione del pane dell’Eucaristia altre sostanze, come frutta, zucchero o miele. Va da sé che le ostie devono essere confezionate da persone che non soltanto si distinguano per onestà, ma siano anche esperte nel prepararle e fornite di strumenti adeguati”.
Il vino “deve essere naturale, del frutto della vite, genuino, non alterato, né commisto a sostanze estranee”. Occorre fare attenzione che “sia conservato in perfetto stato e non diventi aceto. È assolutamente vietato usare del vino, sulla cui genuinità e provenienza ci sia dubbio: la Chiesa esige, infatti, certezza rispetto alle condizioni necessarie per la validità dei sacramenti”.
Riferendosi alle norme riguardanti le persone che, per diverse e gravi motivazioni, non possono assumere pane normalmente confezionato o vino normalmente fermentato, si precisa che “le ostie completamente prive di glutine sono materia invalida per l’Eucaristia. Sono materia valida le ostie parzialmente prive di glutine e tali che sia in esse presente una quantità di glutine sufficiente per ottenere la panificazione senza aggiunta di sostanze estranee e senza ricorrere a procedimenti tali da snaturare il pane”. “Il mosto, cioè il succo d’uva, sia fresco sia conservato sospendendone la fermentazione tramite procedure che non ne alterino la natura (ad es. congelamento), è materia valida per l’Eucaristia”.
Si afferma quindi che “la materia eucaristica confezionata con organismi geneticamente modificati può essere considerata materia valida”.
“Attesa la complessità di situazioni e circostanze, come il venir meno del rispetto per l’ambito del sacro – conclude la Lettera – si avverte la necessità pratica che, per incarico dell’Autorità competente, vi sia chi effettivamente garantisca la genuinità della materia eucaristica da parte dei produttori come della sua conveniente distribuzione e vendita”.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/07/08/0479/01066.html
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